265_GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO ; Italia, Francia 1974; Regia di Luchino Visconti.
Nonostante
il vecchio professore (interpretato da Burt Lancaster), protagonista di Gruppo di famiglia in
un interno sia notoriamente ispirato alla figura del saggista e
critico letterario Mario Praz, nel suo personaggio si possono trovare alcune
analogie con il regista dell’opera, Luchino Visconti. In particolar modo nella
difficoltà nel comprendere l’incombente società moderna: il professore si trova
come inquilini un gruppo di beceri e maleducati, tra cui alcuni giovani, di
fronte ai quali è totalmente spiazzato. E sembra lo stesso spiazzamento che
Visconti comunica tratteggiando questi personaggi: la giovane Lietta (Claudia
Marsani), il suo fidanzato (in prova) Stefano
(Stefano Patrizi) e soprattutto Konrad (Helmut Berger), sulla cui figura il
regista sembra riversare un po’ tutte le (confuse e in parte affascinate) idee
sulla gioventù più turbolenta. Ne esce un ritratto sfuggente, indefinito, che
alimenta a dovere la sensazione di incomprensione del vecchio professore e che,
in fin dei conti, sembra essere il punto di vista da cui viene osservata la
storia e quindi assimilabile a quello del regista. Nel cast c’è anche Silvana
Mangano, ancora in gran forma nonostante i 44 anni, (peccato per la dizione),
nei panni della Marchesa Bianca Brumonti, madre di Lietta e amante di
Konrad. Il quale, oltre a fare il mantenuto dalla donna che è di dodici anni
più vecchia di lui, giace sovente con la coppia di giovani amici ed è coinvolto
in ogni genere di traffico losco, dal gioco d’azzardo alla droga; salvo poi,
nel finale, riscoprire una sua vena politica e rivoluzionaria.
Se, nell’economia della storia, può aleggiare il sospetto che Konrad abbia fatto
infatuare anche il professore (dopo Bianca e Lietta), un dubbio in tal senso è
lecito anche per il regista, il che rafforzerebbe la sovrapposizione
professore/Visconti.
Del resto il film è spesso ritenuto autobiografico e nota
è la relazione avuta dal regista proprio con l’attore austriaco interprete
dello stesso Konrad. Forse, l’autore lombardo, al tempo quasi settantenne, proprio
come il personaggio di Lancaster, cominciava a sentire prossima la fine, e
cercava di trovare legami con un mondo che faticava a riconoscere. Gruppo di famiglia in
un interno è quindi un dipinto di un gruppo di estranei, come quelli
che il professore ha sulle pareti del suo lussuoso appartamento, che per quanto
gli siano alieni, finiscono per essergli famigliari.
Chissà, forse la condizione umana è davvero così perdutamente smarrita nella
solitudine ed il prossimo, per ognuno, è così distante che uno sconosciuto vale
un famigliare naturale. Dopo le diffidenze iniziali, Gruppo di famiglia in
un interno risulta così essere uno sconsolato moto di affetto da parte
di Visconti verso il suo prossimo, lasciato però cadere nel vuoto; allo stesso
modo in cui Lietta lascia le mani del professore e se ne va, lasciandolo morire
da solo.
Buon
riposo, maestro.
Claudia Marsani
Silvana Mangano
Nessun commento:
Posta un commento