Translate

martedì 16 luglio 2019

AGNESE DI DIO

380_AGNESE DI DIO (Agnes of God). Stati Uniti 1985Regia di Norman Jewison.

Un film irrisolto, questo Agnese di Dio; irrisolto come giallo (sebbene non sia certo un film di genere), ma anche come opera in sé stessa. Forse che il regista, l'onesto Norman Jewison, che ricordiamo per l'ottimo La calda notte dell'ispettore Tibbs, si sia trovato, alla fin fine, nelle stesse condizioni di una delle sue tre protagoniste, ovvero nell'incapacità di affrontare la situazione.
Il piatto di questa storia era di quelli forti: una suora di un convento rimane in cinta (e già questo è un elemento abbastanza torbido); ma mai come il fatto che il bambino venga ucciso al momento del parto. In scena ci sono tre donne: Agnese (Meg Tilly) l'ingenua suora rimasta in cinta, contesa tra la Madre Superiora (una tostissima Anne Bancroft) e la dottoressa Martha Livingston (una Jane Fonda un po' stereotipata sulla sua stessa abituale icona).
Il conflitto tra fede e ragione viene sviluppato dal regista nell'ottica razionale: lo si capisce anche visivamente, ai muri e alle inferriate del convento la dottoressa risponde con un ufficio che domina la città e la cui vista è aperta sull'orizzonte. Nondimeno, c'è una certa commiserazione verso l'ordine religioso e, di riflesso, per tutta la religione, nell'immagine in cui le suore giocano come bambine; quasi a sottolinearne l'immaturità che poi è anche all'origine della vicenda giallo/torbida. Per contro, Martha ostenta la sigaretta accesa, forse immedesimandosi nella figura del detective alla Humphrey Bogart (nel film, le viene anche fatto notare il suo investigare fuori ruolo); ma forse il fumare è visto, nel caso in modo assai superficiale, come simbolo di emancipazione. 
Al di là di queste goffaggini, l'impostazione che viene data alla vicenda sembra chiara, con la dottoressa Livingston che cerca di fare luce mentre nel convento, e più in generale nelle istituzioni, si cerca di evitare lo scandalo. In questo senso il finale lascia abbastanza perplessi perché, più che altro, sembra che non si sia voluto assestare il colpo di grazia dopo aver lavorato ai fianchi l'avversario per tutto il match. Che Jewison, dopo aver scagliato il sasso, ritiri ora la mano? La stessa dottoressa protagonista, nel finale, appare incerta, titubante: in un commento fuori campo, nel finale, ci dice che di tutta questa vicenda, essa spera di portare con sé qualcosa della dolcissima Agnese. E' la speranza che può avere lo spettatore per questo film, per quanto  piuttosto vana.





Meg Tilly



Anne Bancroft


Jane Fonda



Nessun commento:

Posta un commento