380_AGNESE DI DIO (Agnes of God). Stati Uniti 1985. Regia di Norman Jewison.
Un film irrisolto, questo Agnese di Dio; irrisolto come giallo
(sebbene non sia certo un film di genere), ma anche come opera in sé stessa.
Forse che il regista, l'onesto Norman Jewison, che ricordiamo per l'ottimo La calda notte dell'ispettore Tibbs, si
sia trovato, alla fin fine, nelle stesse condizioni di una delle sue tre
protagoniste, ovvero nell'incapacità di affrontare la situazione.
Il piatto di questa storia era di quelli forti: una suora di
un convento rimane in cinta (e già questo è un elemento abbastanza torbido); ma
mai come il fatto che il bambino venga ucciso al momento del parto. In scena ci
sono tre donne: Agnese (Meg Tilly) l'ingenua suora rimasta in cinta, contesa
tra la Madre Superiora
(una tostissima Anne Bancroft) e la dottoressa Martha Livingston (una Jane Fonda
un po' stereotipata sulla sua stessa abituale icona).
Il conflitto tra fede e ragione viene sviluppato dal regista
nell'ottica razionale: lo si capisce anche visivamente, ai muri e alle
inferriate del convento la dottoressa risponde con un ufficio che domina la
città e la cui vista è aperta sull'orizzonte. Nondimeno, c'è una certa commiserazione
verso l'ordine religioso e, di riflesso, per tutta la religione, nell'immagine
in cui le suore giocano come bambine; quasi a sottolinearne l'immaturità che
poi è anche all'origine della vicenda giallo/torbida. Per contro, Martha
ostenta la sigaretta accesa, forse immedesimandosi nella figura del detective
alla Humphrey Bogart (nel film, le viene anche fatto notare il suo investigare
fuori ruolo); ma forse il fumare è visto, nel caso in modo assai superficiale,
come simbolo di emancipazione.
Al di là di queste goffaggini, l'impostazione
che viene data alla vicenda sembra chiara, con la dottoressa Livingston che
cerca di fare luce mentre nel convento, e più in generale nelle istituzioni, si
cerca di evitare lo scandalo. In questo senso il finale lascia abbastanza
perplessi perché, più che altro, sembra che non si sia voluto assestare il
colpo di grazia dopo aver lavorato ai fianchi l'avversario per tutto il match.
Che Jewison, dopo aver scagliato il sasso, ritiri ora la mano? La stessa dottoressa
protagonista, nel finale, appare incerta, titubante: in un commento fuori campo, nel finale,
ci dice che di tutta questa vicenda, essa spera di portare con sé qualcosa
della dolcissima Agnese. E' la speranza che può avere lo spettatore per questo
film, per quanto piuttosto vana.
Anne Bancroft
Jane Fonda
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