254_NIAGARA ; Stati Uniti, 1953. Regia di Henry Hathaway.
Naturalmente Niagara è il film che ha consacrato la
figura cinematografica di Marylin Monroe per quella che è poi passata alla
storia: questo è il peso più rilevante dell’opera. Nei
successivi film, Marilyn non sarà più soltanto un’attrice o anche una star:
da Gli uomini preferiscono le bionde, Facciamo l’amore o
Come sposare un milionario, sono tutti ricordati come film di
Marilyn Monroe, con buona pace di registi come Hawks o Wilder, o di rivali del
calibro di Jane Russel o Lauren Bacall, oscurate dal fascino irresistibile
della bionda diva. E volendo vedere, il battesimo di una tale divinità
cinematografica non poteva avvenire in un luogo tanto adatto come le
scenografiche cascate del Niagara, che danno appunto il nome al film. Film che
non è particolarmente riuscito, perché il regista Henry Hathaway spesso manca
della necessaria personalità autoriale e si limita a mettere in
scena una storia, lasciando che gli sviluppi narrativi previsti si snodino
nello scorrere della trama. In Niagara, e curiosamente si tratta
dell’unico caso, Marilyn interpreta un ruolo malvagio, per la precisione quello
di una femme fatale, essendo il film un noir piuttosto
morboso, almeno nell’aspetto estetico. In effetti la Monroe appare
quasi volgare, in certe sue camminate, ma se le prendiamo in senso stilizzato
(e qui la classe innata dell’attrice supplisce all'incapacità autoriale del
regista di esprimerne meglio questo aspetto), allora diventano funzionali allo
scopo di tratteggiare la figura di una dark lady tutta curve e
controcurve in perenne atteggiamento provocante.
La storia funziona, c’è anche il passaggio cruciale e imprevedibile,
Marilyn fa la sua parte alla grande (specie all’inizio, ad esempio quando
aleggia il dubbio che abbia davvero sbadatamente lasciato il biglietto delle cascate
tra i due pacchetti di sigarette), Joseph Cotten è perfetto nella parte del
marito incapace di soddisfare una moglie tanto impegnativa, la coppia di vicini
di chalet ottima per alleggerire l’atmosfera. A questo proposito, la ragazza di
questa coppia è interpretata da Jean Peters, attrice dotata di un personale
fascino che, pur patendo l’inevitabile confronto con la Monroe, se la cava
egregiamente ponendosi come figura femminile più ordinaria.
Nonostante tutte queste buone premesse, il film non è il capolavoro che ci si potrebbe aspettare vedendo gli ingredienti: quello che manca è appunto la mano di un autore che sappia dare un significato umano, un sentimento davvero profondo, alle pulsioni di una storia che rimangono invece troppo superficiali, poco approfondite o sviluppate. Il film si chiude con una battuta, poco incisiva, in linea con il lavoro di Hathaway e dei suoi collaboratori: scommetto che è la prima volta che uno ha detto ‘affondala’ come una preghiera, dice il poliziotto all’uomo della coppia di vicini; e che è stata esaudita, risponde questi. Molto più appropriata, per ricordare questo film, un’altra battuta che circola a proposito delle cascate (per quanto in realtà esse siano magnifiche): le cascate sono la seconda delusione delle sposine nella tipica luna di miele americana a Niagara Falls. Marilyn, al contrario, non deluse affatto.
Marilyn Monroe
anche Jean Peters... niente male :)
RispondiEliminaBellissima, altroché.
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