277_ANGELICA ALLA CORTE DEL RE (Merveilleuse Angélique); Francia, Germania, Italia, 1965; Regia di Bernard Borderie.
In questo Angelica alla corte del re continuano le
avventure della bella Angelica, che abbiamo conosciuto nel film dell’anno precedente
che portava semplicemente il nome della nobildonna. La questione dei titoli di
questi film è curiosa, perché questo secondo episodio (in totale ne furono
girati 5 tra il 1964 e il ’68) nell’edizione originale francese si intitola Merveilleuse Angélique. Un titolo un po’
generico, in effetti, ma forse più centrato della scelta italiana, visto che la
nostra bella eroina alla corte del re ci arriva giusto giusto per i titoli di
coda. Per completare la confusione, per il successivo terzo film della serie si invertiranno i titoli: Angélique et le roi in francese, La meravigliosa Angelica in italiano. Inutile cercare di capire. Curiosità a parte, il film sembra costantemente essere inferiore al primo
capitolo, però la ridda di vicissitudini, la trama che alterna momenti dal
sentimentalismo certamente eccessivo a strappi anche di impressionante violenza
(si veda la scena del fratello del re che vuole infilzare un giovinetto allo
spiedo) alla fine coinvolge, intriga e soprattutto ci trasporta di peso nella
Francia del 1600. Per quanto possa essere attendibile o meno, la ricostruzione
degli ambienti, dei vestiti, degli arredi, è assolutamente convincente dal punto di vista
emotivo. Angelica/Michèle Mercier tiene il centro del ring, perfettamente a suo
agio e davvero meravigliosa come da titolo dell’opera originale. Il film, come
il precedente, del resto, è apprezzabile anche nella schiettezza con cui
ammette il fascino della bellezza, della ricchezza, dei titoli nobiliari: in
questo senso l’opera non si può certo definire moderna ma, questi temi, oggi spesso contestati, lo sono in genere in modo un po’ troppo di maniera.
Rischio che non
corre Angelica che rivendica il suo rango nobiliare, approfitta consapevolmente
della propria bellezza ma, all’occorrenza, manda tutto a quel paese se non ci
si fida uno dell’altra (la scena del matrimonio dal notaio). Dai, la donna è un'eroina gagliarda, non c’è che dire.
Insomma, un film piacevole e che mette comunque appetito per i successivi capitoli. Niente di imperdibile, sia chiaro, ma almeno di noia non si morirà.
Michele Mercier
Nessun commento:
Posta un commento