270_TRINIDAD (Affaire in Trinidad); Stati Uniti, 1952; Regia di Vincent Sherman.
Ad un
certo punto, un pianista di un’orchestrina, annuncia con enfasi:
“Signore
e signori, canta Chris Emery: si salvi chi può!”. La Chris Emery citata
è nientemeno che Rita Hayworth e, in effetti, non canterà, perché, nel film
Trinidad, nelle
canzoni è doppiata da Jo Ann Greer. Ma l’esibizione danzante è tutta farina del
sacco dell’attrice che si merita ampiamente il soprannome di
atomica e
legittima appieno l’appello del pianista. In
Trinidad, del
regista Vincent Sherman,
la
Hayworth interpreta cinematograficamente due
canzoni,
Trinidad Lady a piedi scalzi e
I’ve kissed
before che ricrea, almeno in parte, la stessa atmosfera della
straordinaria
Put the blame on Mame
nel finale del mitico
Gilda, il film
di Charles Vidor del 1946. E, ad essere onesti, questi due momenti sono quelli
migliori del lungometraggio, oltre al pretesto per mettere in piedi il film
stesso o il motivo per cui vada ricordato. Rita è ancora in gran forma, anche
se forse non ai livelli del citato
Gilda; film di cui
Trinidad cerca
esplicitamente di ricalcare la formula del successo, arruolando anche il valido
Glenn Ford e imbastendo un intrigo tipico da
noir esotico. Si
tratta, quindi, di una mera operazione commerciale e Sherman è un regista adatto
allo scopo, perché riesce a cavarci un film dal buon ritmo, godibile e
divertente. Fa specie vedere come, ai tempi d’oro di Hollywood, per sfruttare
una formula collaudata e di successo, si imbastissero prodotti più che
dignitosi; anzi, se vogliamo, formalmente perfino buoni. In ogni caso,
la Hayworth che canta
(si va beh, anche se doppiata) e, soprattutto, che balla, è imperdibile: cinema
allo stato puro.
Rita Hayworth
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