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sabato 22 dicembre 2018

TRINIDAD

270_TRINIDAD (Affaire in Trinidad); Stati Uniti1952;  Regia di Vincent Sherman.

Ad un certo punto, un pianista di un’orchestrina, annuncia con enfasi: “Signore e signori, canta Chris Emery: si salvi chi può!”. La Chris Emery citata è nientemeno che Rita Hayworth e, in effetti, non canterà, perché, nel film Trinidad, nelle canzoni è doppiata da Jo Ann Greer. Ma l’esibizione danzante è tutta farina del sacco dell’attrice che si merita ampiamente il soprannome di atomica e legittima appieno l’appello del pianista. In Trinidad, del regista Vincent Sherman, la Hayworth interpreta cinematograficamente due canzoni, Trinidad Lady a piedi scalzi e I’ve kissed before che ricrea, almeno in parte, la stessa atmosfera della straordinaria Put the blame on Mame nel finale del mitico Gilda, il film di Charles Vidor del 1946. E, ad essere onesti, questi due momenti sono quelli migliori del lungometraggio, oltre al pretesto per mettere in piedi il film stesso o il motivo per cui vada ricordato. Rita è ancora in gran forma, anche se forse non ai livelli del citato Gilda; film di cui Trinidad cerca esplicitamente di ricalcare la formula del successo, arruolando anche il valido Glenn Ford e imbastendo un intrigo tipico da noir esotico. Si tratta, quindi, di una mera operazione commerciale e Sherman è un regista adatto allo scopo, perché riesce a cavarci un film dal buon ritmo, godibile e divertente. Fa specie vedere come, ai tempi d’oro di Hollywood, per sfruttare una formula collaudata e di successo, si imbastissero prodotti più che dignitosi; anzi, se vogliamo, formalmente perfino buoni. In ogni caso, la Hayworth che canta (si va beh, anche se doppiata) e, soprattutto, che balla, è imperdibile: cinema allo stato puro.


Rita Hayworth















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