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giovedì 20 dicembre 2018

OCEANIA

268_OCEANIA (Moana)Stati Uniti, 2016;  Regia di Ron Clements & John Musker.

Ufficialmente noto come il 56° Classico di Walt Disney, Oceania conferma quanto di buono mostrato nel precedente e sostanzialmente coevo Zootropolis (che è uscito qualche mese prima ma sempre nel 2016). Queste informazioni, che possono sembrare meramente statistiche, ci dicono invece che la casa di Topolino, nonostante una lunghissima carriera alle spalle, non ha affatto il fiato corto e, proprio il 2016, la vede tornare con due lungometraggi all’anno, cosa che non accadeva dal lontano 2002. Certo, da fuori è difficile capire in che modo si relazionino le dinamiche con la contemporanea produzione dell’ex concorrente Pixar, dopo che questa è divenuta di proprietà della Walt Disney: in ogni caso possiamo registrare, anche grazie a Oceania, che lo stato di salute della società con sede a Burbank è ottimo. Meno buono, ma lo sapevamo già, è invece quello della Terra, e l’ultimo classico Disney mette in scena una storia che, metaforicamente, dà corpo a queste preoccupazioni. Siamo in Polinesia, sulla piccola isola Motunui, e anche lì si trovano alle prese con le ormai tipiche anomalie di questi tempi, per cui non hanno più pesce nelle acque limitrofe alla terraferma. La giovanissima Vaiana Waialiki, figlia del capo, vorrebbe spingersi oltre il reef, la barriera corallina, dove le acque sono più pescose; naturalmente questo è vietato dalle recenti consuetudini degli abitanti dell’isola, che, visti i tempi correnti, hanno smesso le antiche tradizioni di navigatori e si sono chiusi sul loro guscio di terra. 
Grazie alla nonna, Vaiana scoprirà il perché di questa involuzione della vita di Motunui: il semidio mutaforma Maui ha rubato il cuore dell’isola madre Te Fiti, una piccola ma preziosa pietra verde, causando appunto tali conseguenze nefaste. La piccola Vaiana sfiderà il divieto paterno di varcare il reef e, aiutata nientemeno che dall’oceano in persona, andrà a ripescare Maui per convincerlo, costringerlo o comunque indurlo, a rimettere le cose a posto; soprattutto rimettendo al suo posto il cuore di Te Fiti. Sulla loro strada i due troveranno il terribile demone di lava Te Kà, che altri non è se non la stessa isola madre a cui manca il cuore; una volta riposizionata la fosforescente pietra verde nella sua sede naturale, tutto tornerà come prima. 
Il tema ecologista che costituisce l’asse portante della storia è pienamente condivisibile ed è sviluppato in modo maturo: è la Natura stessa che diventa terribile (Te Kà) se non viene rispettata. La protagonista principale è una ragazzina, Vaiana, a cui si affianca una solida spalla, Maui: è quindi assente la traccia sentimentale, ma non se ne sente la mancanza perché la vicenda è avventurosa quanto serve per appagare lo spettacolo. 
Divertenti ma non invadenti le citazioni ai vecchi classici, sparse un po’ per tutto lo spettacolo e, dopo i titoli di coda, rimarcate anche da Tamatoa, un granchio del cocco che, in un certo senso, si lamenta per non aver avuto lo stesso riscontro di Sebastian, il memorabile crostaceo de La Sirenetta.
Il che era obiettivamente difficile, anche perché La Sirenetta fu un successo irripetibile, per la validità del film ma anche per una serie di circostanze dell’epoca. In ogni caso, Oceania non tradisce affatto la gloriosa dinastia dei classici: insomma un bel film.


3 commenti:

  1. non lo conosco, come buona parte della produzione Disney più recente...
    la recensione della Sirenetta l'hai già fatta?

    PS... una curiosità, il granchio del cocco è la specie di granchio più grande del mondo ;-)

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  2. La rece della Sirenetta non è, al momento, in previsione di pubblicazione; in compenso per dicembre è programmato un mini speciale sui primissimi film disney.
    PS non lo sapevo! Pensavo fosse una trovata di fantasia degli autori.

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