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martedì 6 settembre 2022

THE NARROW BRIDGE

IL RITORNO DELLO ZAR: #L'ORA DELLA FINE

1094_THE NARROW BRIDGE Ucraina,  2022;  Regia di Mirza Davitaia.

Detto che The narrow bridge nel complesso è un onesto film ambientato durante l’odierna guerra russo ucraina e non un film indispensabile, ci sono almeno alcune considerazioni interessanti da fare. Innanzitutto sorprende il fatto che il pretesto che inneschi la vicenda non sia, come sarebbe naturale aspettarsi da un film di ambientazione bellica, un obiettivo militare. Il protagonista, Kiril (Roman Matsyuta) un comandante ucraino, infatti, incappa nell’inconveniente che darà il via alla vicenda durante una battuta di caccia al coniglio, animale che sta spopolando nella zona contesa tra le linee di guerra. Kiril si è preso una sorta di licenza giusto per procurarsi un po’ di selvaggina con cui sostituire il solito rancio militare, ma finisce quasi subito per impantanarsi con il suo fuoristrada. Non il massimo della vita, in effetti, eppure riesce a prendere un coniglio dopodiché viene soccorso da Vitalik che si offre di ospitarlo fino al giorno successivo, quando un meccanico potrà risolvere la faccenda dell’auto bloccata nella buca di fango. Notare come la trama sia già un susseguirsi di coincidenze di cui però siamo solo all’inizio: Vitalik, infatti, ha organizzato per quella stessa sera una cena in cui saranno ospiti due ufficiali filorussi, tra cui il terribile generale Vladimir (Borys Heorvhievskiy). E non è finita qui: arrivato alla casa del suo ospite, Kiril scopre che la moglie di questi, la bella Katia (Svetlana Zelenkovskaya), è la sua vecchia fiamma di cui è ancora innamorato. Dal canto suo anche la donna, ora moglie felice e madre di una bimba, aveva accantonato la sua storia con Kiril credendolo morto. Qui, al netto di tutte queste mirabolanti circostanze fortuite non proprio degne di un soggetto canonico per il cinema di serie A, arriva la parte più interessante del film. Perché Kiril e Katia erano fidanzati in Georgia, ai tempi dell’aggressione russa; poi la ragazza era fuggita a Kiev, laddove secondo Kiril sarebbe stata al sicuro – cosa recentemente smentita dai fatti, come tristemente noto – mentre l’uomo sarebbe rimasto a difendere la propria patria. C’è quindi l’evidente volontà di denunciare il comportamento bellicoso e violento russo come recidivo e quindi senza possibilità di attenuanti; il richiamo all’aggressione della Georgia del 2008, nota anche come Seconda guerra in Ossezia del Sud, permette di cogliere meglio la complessità del disegno espansionistico di Putin. Del resto The narrow bridge è un film ucraino ma la produzione conta appoggi con aziende cinematografiche georgiane; c’è quindi il tentativo, pienamente legittimo, da parte della Georgia di porre l’attenzione su un analogo trattamento subito da Mosca che, a suo tempo, passò quasi del tutto inosservato. In questo senso il film di Boris Kvashnev, che è comunque mediamente godibile, ha una sua utilità che non va sottovalutata.  





  

Svetlana Zelenkovskaya


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