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venerdì 23 settembre 2022

L'UOMO SENZA PAURA

1111_L'UOMO SENZA PAURA (Man without Star). Stati Uniti 1955;  Regia di Karl Vidor.

Il titolo originale del film di King Vidor è Man without a star, ovvero l’uomo senza una stella che, se in ambito western può significare che il nostro eroe non è uno sceriffo, nell’economia della storia intende più che altro che non ha un astro ad indicargli la direzione. Il che si può anche dedurre da un dialogo del racconto. In questo senso L’uomo senza paura è un film, un grande film, in anticipo sui tempi: in piena golden age del genere mette al centro della scena un eroe nel quale si è già insediato il seme del dubbio. L’eroe in questione è Dempsey (un fulgido Kirk Douglas, al suo meglio) e, in effetti, arriva nel Wyoming come un clandestino qualsiasi a bordo di un treno dove, tra l’altro, fa conoscenza con il giovane Jeff (William Campbell). Arrivati in paese i due trovano lavoro presso il Triangolo, il ranch più importante della zona. Presto giungerà dall’est anche il misterioso proprietario della tenuta, che ha mire espansionistiche importanti. A sorpresa, scopriamo che il proprietario in questione è una donna, (e che donna!), Miss Reed Bowman, a cui Jeanne Craine presta una presenza scenica non indifferente. Naturalmente il personaggio interpretato da un Douglas in tale stato di grazia (si ubriaca, canta, suona il banjo, mena cazzotti, il tutto sempre a cento all’ora) non può certo passare inosservato presso la tenutaria che, dopo qualche prevedibile schermaglia, ricambia l’interesse che l’uomo non aveva mancato di farle notare. 

King Vidor in regia sa il fatto suo, Borden Chase e D.D. Beauchamp hanno svolto un buon lavoro in sede di sceneggiatura mentre, sullo schermo, oltre a Douglas che spadroneggia da par suo, la Craine tiene botta alla grande ed infine sopraggiunge anche quel brutto ceffo di Richard Boone (che interpreta Miles, il villain conclamato) giusto per dare un po’ di corpo alla schiera dei cattivi. La disputa che si è infatti delineata è tra la Bowman, che vuole espandere il Triangolo fino a soffocare tutti i concorrenti, e gli altri coloni della zona. Dempsey, promosso sovrastante dalla padrona del grande ranch ha in avversione il filo spinato, per gravi motivi personali e per colpa del quale pare abbia lasciato il Texas, e gli agricoltori hanno intenzione di farne uso per proteggere i terreni coltivati dal bestiame della Bowman. Ciononostante lo sviluppo della storia porterà Dempsey ad allontanarsi dalla donna, per non venir coinvolto in quella che si preannuncia una contesa poco pulita; la ranchera appare infatti una mera speculatrice e le ragioni degli altri coloni, che vorrebbero unicamente una pacifica convivenza, sono lampanti. Jeff approfitta del fatto che Dempsey si defili, andando a farsi consolare dalla bella Idonee (Claire Trevor), per entrare nelle grazie della padrona del Triangolo; l’arrivo di Miles e dei suoi sgherri come detto completa lo schieramento dei cattivi. Dall’altra parte ci sono gli agricoltori a cui si aggiunge, dopo qualche opportuna traversia, anche Dempsey. Ma il suo schierarsi, per di più a favore del partito dell’odiato filo spinato, è solo un fatto momentaneo e comunque non più a lungo della prevedibile vittoria nello scontro. Concluso il quale, declina così l’invito a restare perché, in fondo, lui è l’uomo senza una stella, senza una direzione, ma anche senza una parte in cui stare. Alla fine se ne va a cavallo e, ricordando che era arrivato clandestino su un treno merci, qualcosa in fondo ci ha guadagnato: in un west che va civilizzandosi, ha ancora la possibilità di andarsene altrove. L’uomo senza paura è infatti del 1955 e il genere non è ancora arrivato al capolinea, anche se King Vidor, cineasta di valore, aveva già capito come sarebbe andata a finire. 




Jeanne Crain






Claire Trevor 



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