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sabato 24 settembre 2022

LA BIBBIA

1112_LA BIBBIA (The Bible). Stati Uniti 1966;  Regia di John Huston.

Che proprio John Huston, l’autore di Moby Dick venga ingaggiato per dirigere La Bibbia, colossal prodotto da Dino de Laurentis, può lasciare un poco perplessi. Già il fatto di essere ateo, sembrerebbe porlo un po’ fuori posto, ma il lavoro fatto sull’adattamento cinematografico al capolavoro di Melville, ha apertamente messo il regista in una posizione quantomeno poco rassicurante per i custodi della religione cristiana. Ma forse è vero anche il contrario: nei temi del Moby Dick, Huston trovò gli stessi argomenti di cui l’Antico Testamento (e questo La Bibbia è incentrato sul libro della Genesi) è permeato. Se nel film tratto da Melville la bestemmia contro Dio era messa in pratica in modo metaforico ma comunque esplicito, in questo suo trattamento l’operazione assume ovviamente toni meno evidenti. Ma non per questo meno gravi. Gli episodi scelti affrontano tutti non tanto il rapporto tra Dio e l’uomo, ma una vera e propria sfida tra i due: più che un confronto, uno scontro. Adamo ed Eva disobbediscono direttamente ai comandi di Dio, in seguito Caino prova ad imbrogliarlo con offerte inferiori al giusto, per arrivare fino a Nemrod che sfida apertamente Dio con la Torre di Babele prima, e poi addirittura scagliandogli contro una freccia (questa sì una vera bestemmia esplicita). Il delitto di Caino, i peccati dei suoi discendenti o dei dissoluti abitanti di Sodoma e Gomorra sono invece mancanze indirette nei confronti di Dio, e Huston si sofferma soprattutto sul comportamento violento e ambiguo di Caino e, con particolare riguardo, sugli aspetti sessuali e depravati delle città poi cancellate dalla rabbiosa punizione divina. Il regista si riserva il ruolo di Noè, episodio nel quale curiosamente sorvola sulla peccaminosa stirpe di Caino, per colpa della quale si scatenerà la più grande ira divina della Storia, ovvero proprio il Diluvio Universale. 

Il frangente è scelto però da Huston come intermezzo, nel quale concedere l’attenzione al lato amabile e leggero delle scritture, ovvero il giardino zoologico galleggiante custodito nell’Arca. A tale proposito va sottolineata l’enorme cura e magnificenza delle ricostruzioni storiche, tra le quali spiccano lo stesso scafo costruito da Noè, e la Torre di Babele: immagini fortemente evocative e persuasive al di là della credibilità tecnico-ingenieristica. L’episodio memorabile del film è quello di Abramo, e nello specifico del sacrificio richiesto da Dio. In tutta la vicenda emerge la cattiveria gratuita del dio che prima quasi gioca con le speranze ed ambizioni di Abramo, e poi si impunta su quello che appare palesemente un capriccio di portata enorme, come il sacrificio dell’unico figlio. Questi discorsi vanno al di là dei significati del testo biblico, perché Huston ne fa un film nel 1966 e quindi deve, in un certo senso, rendere conto di quello che mostra sullo schermo al suo presente, e non a quello di duemila anni prima, a cui era rivolta la Genesi. Il suo insistere, indugiare, crogiolarsi nella crudeltà della richiesta di sacrificio da parte di Dio, ha forse una motivazione diversa da quella originale, la prova di fede richiesta dall’Altissimo ad Abramo. Huston filma la crudeltà del Padre, il sadismo con cui Dio attende che il coltello (già insanguinato) si alzi; non ha fretta il Dio di Huston, non teme che un imprevisto possa lasciare che la lama trafigga la gola di Isacco. Non ha compassione, il Dio di Huston nel vedere la disperazione di Abramo e neppure il muto terrore di Isacco. No, il Dio di Huston sembra godersi il momento di sublime sadismo divino.
Ed è allora che si capisce davvero la collera del capitano Achab. 






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