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lunedì 4 gennaio 2021

TOTO' E CLEOPATRA

711_TOTO' E CLEOPATRA . Italia; 1963. Regia di Fernando Cerchio.

Alla fine bisogna riconoscere che questo pur discreto Totò e Cleopatra delude un poco le attese. Intendiamoci, il film è divertente, ma va poco oltre alla classica esibizione del principe della risata, con i suoi momenti comici, i suoi giochi di parole, la sua mimica. Il che può bastare per passare un’ora e mezzo in spensieratezza, che non è comunque poco. Però, se ci si era lasciati ingolosire dalle premesse, allora ecco giustificato il pizzico di delusione. Perché qui abbiamo, oltre a Totò in un doppio ruolo (il triunviro Marco Antonio e il suo fratellastro Totonno, mercante di schiavi), un’ambientazione in epoca storica tipica dei peplum, che a Cinecittà negli anni ’60 era comunque una discreta garanzia, soprattutto se a dirigere era chiamato Fernando Cerchio, conoscitore del mestiere e già avvezzo al tema esotico egiziano. Perché poi il piatto forte della pellicola, evocato già dal titolo, era la presenza sullo schermo di un personaggio come Cleopatra che, al cinema più che altrove, è sinonimo di bellezza e fascino. E proprio qui, nel punto cruciale dell’operazione, ci sono le maggiori perplessità: non che Magali Noël, nei panni della regina d’Egitto, sia brutta, per carità. La sua entrata in scena e il suo portamento negli eleganti e attillatissimi vestiti sono di prim’ordine; ma è innegabile che l’attrice francese, pur se bellissima, manca del fascino della diva assoluta, un elemento indispensabile per recitare il ruolo di Cleopatra. Del resto pure Cerchio se ne rende probabilmente conto, tant’è che se Totò nei panni di Marco Antonio ne è innamorato, quando veste quelli di Totonno quasi la schifa, preferendole la procace bellezza di Moira Orfei (nelle succinte vesti di Ottavia), attraente, certo, ma di un’avvenenza di grana piuttosto grossa.


Anche la ricostruzione del tempo, le scene romane o egiziane, sono formalmente valide, ma non vanno poi molto più in là; per altro è vero che si tratta di limiti comprensibili considerato la portata dell’opera che, in fin della fiera, è un film che deve unicamente divertire per i suoi 90 minuti e rotti. E se qualcuno pensava che si potesse fare un film più rimarchevole, condensando in un buon peplum, fatto bene come si è già visto fare a Cinecittà, il fascino di una figura storica eccezionale come Cleopatra, al condimento del maggior comico italiano di sempre, evidentemente era solo un illuso. Troppo spesso, anche nel cinema, in Italia, si cerca il massimo risultato con il minimo sforzo; per cui, se in un film c’è Totò, vi deve bastare questo.   






Moira Orfei



Magali Noel




2 commenti:

  1. e allora accontentiamoci!... per fortuna le versioni cinematografiche di Cleopatra non mancano! :)))

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