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domenica 5 marzo 2023

IL PLACIDO DON (SECONDA PARTE)

1233_IL PLACIDO DON (Tichij Don)Unione Sovietica, 1957; Regia di Sergej Apollinarievič Gerasimov.

La seconda parte di Placido Don, opera monumentale di Sergej Apollinarievič Gerasimov, comincia subito in quarta: 1916, siamo sul fronte orientale, durante la Prima Guerra Mondiale. Persino tra i cosacchi rintanati nel ricovero ufficiali della fangosa e umida trincea, tra il malcontento per una guerra brutta, sporca e assai poco valorosa e il rimpianto della steppa da cavalcare a suon di carica, sciabola alla mano, cominciano a serpeggiare le idee rivoluzionarie. La tensione politica interna sovrasta presto quella legata al conflitto militare mondiale, e continua ad alimentare una violenza che, quando scoppierà, non sarà certo in tono minore, anzi. In questo secondo capitolo non c’è spazio per i drammi ed intrighi sentimentali che avevano inzuppato il precedente adattamento dell’omonimo romanzo di Michail Aleksandrovič Šolochov. La guerra divampa da due parti: il fronte esterno, quello orientale della Grande Guerra, è però storicamente destinato per i russi ad esaurirsi presto. Ma forse anche peggio si rivelerà la guerra fratricida tra Rossi e Bianchi, tra rivoluzionari bolscevichi e i restauratori che cercheranno di mantenere in qualche modo l’ordine costituito anche alla caduta dello Zar. Il racconto è avvincente, i protagonisti sono tutti personaggi sopra le righe, sono cosacchi, che diamine, e non perdono mai occasione per farlo notare a partire dal fragoroso linguaggio con cui semplicemente si salutano o fanno un’ordinazione alla taverna. Al centro della scena c’è sempre Grigorij Melechov (Petr Glebov), ora stimato e decorato ufficiale cosacco, ma in modo meno prepotente che nel primo capitolo. Non è solo il minor tempo a disposizione, a favore ad esempio del fratello Petr (Nikolaj Smirnov), ma è soprattutto che Grigorij diventa un personaggio più controverso, indeciso se aderire alla rivoluzione o rimanere fedele ai vecchi schemi. In realtà non si capisce se decida in base ad una convenienza o seguendo un’idea o una filosofia: e quando si esprime a favore dei bolscevichi, lo fa perché gli sembra il destino inevitabile della Russia. Quando poi i Bianchi sfoderano la controffensiva, è lesto ad accusare Podtelkov (Nikolai Muravyov) di aver svenduto i cosacchi ai Rossi, ma è anche vero che rifiuta di saccheggiare le case dei poveri che, dopo aver aderito alla rivoluzione, erano finiti sotto la pesante repressione della restaurazione. Insomma, se nel primo capitolo Grigorij non si era certo distino per rettitudine in campo sentimentale, pur con un codice d’onore tutto personale si comporta certamente meglio sul campo di battaglia. Sangue cosacco non mente.        

Link per la rece della Prima Parte:


Elina Bystrickaya


Zinaida Kirienko



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