Translate

mercoledì 13 settembre 2023

ERO UNA SPIA

1350_ERO UNA SPIA (I was a spy). Regno Unito, 1933; Regia di Victor Saville.

Tratto dall’autobiografia I was a spy di Marthe Cnockaert Mckenna, Ero una spia è un coinvolgente film di spionaggio bellico ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Oltre alla robusta base in sede di soggetto, che il film tutto sommato segue fedelmente, la credibilità nella ricostruzione storica e ambientale di Ero una spia è agevolata dall’esperienza nel merito del regista Victor Saville. Al di là della carriera cinematografica dell’autore, che aveva già diretto una dozzina di film tra cui The W Plan sempre inerente alla Grande Guerra, Saville aveva prestato servizio nell’esercito inglese proprio nel primo conflitto mondiale, venendo ferito gravemente durante la Battaglia di Loos, nel 1915. La cura per l’ambientazione delle scene dell’occupazione militare tedesca del piccolo borgo di Roulers, deriva forse anche dalla conoscenza diretta della materia. Il piccolo paese, con le sue viuzze e la piazza, ma anche con qualche valida ricostruzione d’interni come quella del caffè, è uno dei protagonisti del racconto. L’evidente contrasto tra la dimensione rurale del villaggio fiammingo e l’imponente dispiegamento di forze d’invasione tedesca che lo attraversano in parata a più riprese, esprime molto più di altre situazioni quello che passò alla storia come il martirio del Belgio. Saville si dimostra, in questo senso, autore moderno e interessante perché pur avendone l’evidente possibilità, nel suo racconto non eccede in toni faziosi: la spregevolezza dell’azione tedesca ai danni del Belgio e dei suoi abitanti è comunque evidente ma il regista inglese non si lascia prendere la mano dal qualunquismo di parte che spesso si ritrova in questo tipo di produzioni cinematografiche. 

Certo, i tedeschi saccheggiarono e depredarono i villaggi belgi dei viveri di prima necessità, affamando di fatto la popolazione, ma a loro scusante nel film viene citato esplicitamente il fatto di come la Germania fosse messa nelle medesime condizioni di assoluta mancanza di viveri dal blocco navale inglese. Allo stesso modo, se vogliamo, anche il processo finale istituito ai danni di Marthe Cnockaert (un affascinante Madeleine Carroll), è lì a dimostrare che i tedeschi erano indubbiamente spietati e spesso senza compassione, ma seguivano un codice e delle regole, per quanto in genere applicate con eccessivo zelo. Naturalmente la prospettiva complessiva non è certo benevola con gli invasori ma, oltre ai meriti da riconoscere a Saville per il suo sguardo che cerca di essere obiettivo, va considerato che nel 1933, anno di uscita del film, la svolta nazista in Germania era solo all’inizio ed, evidentemente, si sperava ancora nella possibile riconciliazione dei paesi coinvolti nella Grande Guerra. Tra i punti di forza del film vanno sicuramente annoverate almeno le interpretazioni della protagonista Madeleine Carroll e di Conraid Veidt nei panni del comandante Oberaetz. Veidt è perfetto nel ruolo che in seguito diventerà una figura classica del cinema di spionaggio bellico, quello dell’ufficiale tedesco sotto la cui scorza rigida ed inflessibile, brucia di passione per l’agente segreto nemico della circostanza (di sesso femminile e di ben più che gradevole aspetto, ça va san dire). Meno efficace la performance di Herbert Marshall nella parte di Stephan, collega di Marthe nonché suo prevedibile partner nella tragica love story che si consumerà nel finale. Ma il film rimane convincente, nel complesso, sotto più di un punto di vista. 



Madeleine Carroll 



Galleria di manifesti 











Nessun commento:

Posta un commento