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giovedì 14 settembre 2023

AGENTE BRITANNICO

1351_AGENTE BRITANNICO (British Agent). Stati Uniti, 1934; Regia di Michael Curtiz.

In genere Michael Curtiz non è considerato dalla critica poi questo asso della regia – nonostante in carriera possa vantare il meritato Oscar per l’immortale Casablanca (1942) – e forse è onesto riconoscergli una cifra autoriale inferiore ai grandi della Settima Arte. Tuttavia esistono pochi registi nella storia del cinema in grado di trasformare una storia ispirata da un’autobiografia di un diplomatico, che giocava a fare la spia in un periodo confuso e poco intellegibile come la Russia tra le due rivoluzioni del 1917, e farne un film a tratti scoppiettante e brioso. Certo, spesso la deriva romantico sentimentale, che è la traccia che contende a quella storica il predominio sul racconto, si fa sentire, così come una certa severità nei toni narrativi legata alla drammaticità degli eventi. Ma appena può, Curtiz spruzza il suo racconto con la battuta divertente o la gag simpatica, ad esempio quando un diplomatico inglese finge di conoscere il protagonista per dileguarsi dall’incontro con il nuovo rappresentante del potere russo che chiede ai convenuti alleati concreti aiuti militari. Il protagonista del racconto in questione è Stephen Locke (Leslie Howard) e il problema su cui verte Agente Britannico è proprio il ruolo della Russia all’interno della Prima Guerra Mondiale, ora che lo Zar è capitolato. Il governo provvisorio garantisce agli altri paesi coinvolti nella guerra contro gli imperi centrali il mantenimento dell’impegno russo, ma i bolscevichi, che si insedieranno presto al comando a loro volta, non ne sono affatto convinti. La gente ha fame e ne ha abbastanza di una guerra voluta dal dittatore ormai deposto e sia Trotsky (J. Carroll Nash) che Lenin (Tenen Holtz), incarnando il sentore comune, danno chiaramente da intendere che la Russia ha intenzione di stringere una pace separata con la Germania. 

L’Inghilterra incarica allora Locke, in veste non ufficiale, di prendere tempo. Un incarico che il diplomatico prende particolarmente a cuore, arrivando a fare promesse ai nuovi governanti russi, che in Inghilterra non saranno disposti a mantenere. A proposito di cuore: nel frattempo Stephen ha conosciuto Elena (Kay Francis, affascinante), funzionaria rivoluzionaria con la quale andrà a comporre il classico duello di spie in chiave romantica comune a tanti film di spionaggio bellico ambientati nella Grande Guerra. Locke, in effetti, diviene di fatto una spia, mentre Elena semplicemente si comporta come tale, anteponendo troppo spesso gli interessi del paese a quelli sentimentali. Curtiz, in regia, non molla la presa e con ritmo conduce la storia in porto, fino al classico lieto fine, pur tra i molti snodi che derivano da una vicenda tratta da una biografia adattata ad un film hollywoodiano, considerando anche l’intricata situazione politica dell’ambientazione. Da un punto di vista storico non troppo convincente, per la verità, questo Agente Britannico ma, nel complesso, divertente oltre che decisamente evocativo. E cosa si può chiedere di più, ad un film come Agente britannico?    




Kay Francis 





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