1342_MADEMOISELLE FROM ARMENTIERES . Regno Unito, 1926; Regia di Maurice Elvey.
In origine, Mademoiselle from Armentieres è una
popolare canzone militare inglese particolarmente nota durante la Prima Guerra
Mondiale. Nel tempo sono poi proliferate alcune versioni derivate, in francese
o in slang americano, spesso indicate utilizzando il celebre ritornello Hinky
Dinky, parlez vous. Essendo una filastrocca di matrice cameratesca
militare, le versioni più genuine sono ovviamente sconce, come è lecito
attendersi da una masnada di ragazzi spediti a farsi massacrare e che cercavano
conforto anche in queste piccole cose. Nel 1926 – curiosamente un periodo
abbastanza distante sia dalla Grande Guerra, chiusa ormai da otto anni, ma
anche dai venti anticipatori della Seconda Guerra Mondiale – gli inglesi
rispolverano questo spunto per cavarci un film che sarà il maggior successo
britannico al botteghino inglese. Mademoiselle from Armentieres diviene
quindi un film, diretto da Maurice Elvey da un soggetto dello stesso regista e
di Victor Saville che, negli anni 30, dirigerà tre film di spionaggio-bellico: The
W Plan (1930), Ero una spia (1933) e Le tre spie (1937).
Anche la storia che viene imbastita intorno a Mademoiselle from Armentieres
ha l’identica matrice, con l’anonima mademoiselle a cui è dedicato il film
(Estelle Brody) che, in un certo senso, viene assoldata dall’ufficiale inglese
(Boris Raveneski) come sorta di agente segreto per scoprire cosa nasconde un
certo Branz (Gabriel Rosca). Questi è un avventore del ristorante della zia
(Maria Ault), che Mademoiselle aiuta nella gestione mentre flirta con Johnny
(John Stuart). Ma ora deve scoprire cosa combina Branz e deve quindi fare
ricorso al suo fascino; la cosa funziona ma John, ignaro del doppio gioco di
Mademoiselle, si ingelosisce. Ovviamente il povero soldato viene spedito in
missione prima che l’equivoco possa essere chiarito ma, dal momento che il film
è una produzione inglese, il lieto fine, per quanto rocambolesco, è immancabile.
Come si vede l’intrigo è relativamente ben orchestrato, del resto si è detto
dell’abilità di Saville nella fase di sceneggiatura di questo tipo di vicende,
e Elvey, dal canto suo, vantava una notevole esperienza registica. Insomma,
buone le credenziali per questo Mademoiselle from Armentieres, di cui sono
andati perduti i due terzi di pellicola, al punto che, nel 2010, è stato
inserito dal BFI National Archive nella lista dei 75 film più ricercati.
Estelle Brody
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