1354_MOSCOW NIGHTS . Regno Unito, 1935; Regia di Anthony Asquith.
Remake inglese del film francese dell’anno precedente, Moscow nights è un originale dramma bellico che sfrutta a dovere l’ambientazione russa del soggetto. Il racconto all’origine è di Pierre Benoit e fornisce una valida base soprattutto per quel che riguarda i tre personaggi protagonisti del triangolo amoroso. Prima Guerra Mondiale, Lawrence Oliver è il capitano Ignatoff: ferito e ricoverato in un ospedale di guerra, non perde tempo ad innamorarsi della bella infermiera di turno, Natasha (Penelope Dudley-Ward, sul cui phisique du rôle non c’è da obiettare). La ragazza ha però già accettato di sposare un altro uomo, in un matrimonio di interesse con il quale ha sistemato i debiti di famiglia. Il tizio in questione è di gran lunga il personaggio più interessante del film anche se, sul momento, Brioukov sembra solo un avido mercante che approfitta della guerra per fare un sacco di soldi. Tuttavia l’interpretazione che Harry Baur aveva già dato nella versione francese del film era stata talmente convincente, che l’attore francese venne richiamato anche per il remake per ricoprire l’identico ruolo. Tornando alla trama, nonostante Natasha faccia presente subito a Ignatoff di essere ufficialmente fidanzata, il capitano la corteggia spudoratamente, anche in presenza di Brioukov. La ragazza, pur essendo intenzionata ad onorare gli impegni presi per lei dalla sua famiglia, finisce per cedere, almeno a livello sentimentale, al lavoro senza tregua di Ignatoff. Lo scontro tra il capitano e Brioukov è inevitabile e scaltramente il mercante riesce a scegliere il terreno di gioco, un tavolo del casinò dove vince agevolmente una somma ingente al militare. Intanto, a Mosca, il comando cerca di intercettare le spie nemiche che operano e che stanno creando danni alle operazioni russe; madame Sabine (Athene Seyler) è una di queste, sebbene si spacci per innocua e anziana nobildonna. In qualità di ufficiale Ignatoff non può avere debiti di gioco e deve quindi saldare nell’arco di un giorno; il problema è che non ha una cifra del genere, come del resto ben sapeva anche Brioukov, che aveva infatti orchestrato la manovra per mettere spalle al muro il rivale. E non è questione da poco: se il capitano non trova rapidamente i soldi, non avrà altra scelta che togliersi la vita per non perdere l’onore.
La notizia si diffonde suscitando differenti reazioni: se Madame Sabine ci legge la possibilità di corrompere un alto ufficiale e farne un prezioso informatore, Natasha scongiura il futuro marito di cancellare il suo credito nei confronti di Ignatoff, l’uomo che ama. A sorpresa, Brioukov, vero e autentico bruto, avuta la garanzia che Natasha non si rimangerà la parola e lo sposerà nonostante ami l’altro, scrive una lettera di ricevuta degli 8000 rubli in questione e la fa consegnare alla residenza del capitano. Ignatoff, malauguratamente, non rientra a casa ma si reca direttamente al ricevimento dove spera di incontrare per l’ultima volta la sua Natasha. Al ballo, Madame Sabine, da buon agente segreto, prende le redini della situazione: organizza un incontro galeotto tra i due giovani amanti, che non riescono più a nascondere la reciproca passione. Sul più bello irrompe Brioukov e la situazione precipita: per mettere definitivamente fuori gioco il rivale, il capitano accetta la proposta di prestito da parte di Madame Sabine. Quando si rende però conto che questo significa divenire un informatore del nemico, si precipita al telefono per chiamare il controspionaggio che, però, amara sorpresa, fa giusto la sua comparsa con l’ordine di arrestare la Madame Sabine, spia ormai smascherata, e tutti i presenti. La donna velocemente si avvelena, lasciano Ignatoff in un mare di guai. Al processo, i suoi tentativi di difendersi non convincono più di tanto e infine l’accusa produce la prova schiacciante che potrebbe spedire il capitano di fronte al plotone d’esecuzione.
Infatti risulta non credibile che Ignatoff abbia accettato di vedere Madame Sabine nella speranza di avere un prestito, in quanto sulla sua scrivania c’era la ricevuta di Brioukov che dichiarava estinto il suo debito. Dove aveva preso quei soldi il capitano? E, se non aveva più debiti da onorate, cosa cercava ancora nella camera della spia nemica? L’unica possibilità per Ignatoff è che Brioukov dichiari che non aveva ricevuto il pagamento in cambio della ricevuta, che era poi la verità. Ma per Brioukov era la ghiotta opportunità per eliminare il rivale che gli stava portando via la promessa sposa, già lautamente pagata alla famiglia. Brioukov, un rozzo e avido mercante, è chiamato così a testimoniare: ancora una volta, va ricordato che in fondo aveva firmato una ricevuta senza prendere in cambio i soldi, l’uomo spiazza tutti quanti, dichiarando la verità e spalancando il lieto fine a Natasha e Ignatoff. Qui il racconto vira sul mistico, forse per conferire un po’ di spessore al ravvedimento del mercante; un dettaglio non particolarmente coerente col racconto, per la verità, ma nemmeno troppo deleterio. Tornando all’happy end, si tratta giusto di una chiusura di protocollo, visto che dopo la fine del processo assistiamo all’immediata partenza per il fronte del capitano, mentre la ragazza lo saluta commossa. Giusto così, perché, inutile nasconderlo, troppa grazia ai nostri piccioncini non sarebbe stata poi così opportuna, visto che ad uscirne alla grande dalla vicenda è piuttosto stato Brioukov.
Penelope Dudley-Ward
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