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domenica 10 settembre 2023

UNTER FALSCHER FLAGGE

1347_UNTER FALSCHER FLAGGE . Germania, 1932; Regia di Joahnnes Meyer.

Attorno al film Unter falscher flagge [t.l. Sotto falsa bandiera] di Johannes Meyer, si possono trovare i riscontri del tentativo – al tempo fallito – di far convogliare culturalmente la Germania, ancora sotto l’egida della Repubblica di Weimar – nell’area euro-atlantica. Il soggetto del film è un romanzo opera di Max V. Kimmich, il quale, prima di essere regista di numerosi film – nonché cognato di Goebbels – era stato prima ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale e poi prolifico scrittore e sceneggiatore. Se, con l’avvento del nazismo, Kimmich fu pervaso da un forte sentimento antibritannico, in precedenza era stato affascinato dal cinema americano, al punto da trasferirsi ad Hollywood, agli Universal Studios. Non riuscendo a ingranare davvero negli States, rientrò in patria, continuando al lavorare per lo studio americano che, al tempo, aveva una succursale in Germania. Per la Deutsche Universal scrisse quindi la sceneggiatura di Unter falscher flagge e Die unsichtbare front (1932), proseguendo poi con Spione am werk (1933) per la Cine-Allianz Tonfilm, rivelandosi un vero esperto nel genere spionistico-bellico. Anche la carriera della star principale di Unter flascher flagge è, a suo modo, emblematica del fallito tentativo della Germania di sfuggire al nazionalismo estremo che caratterizzò l’ascesa di Hitler. Charlotte Susa, che nel film di Meyer è Maria, la spia russa attiva in Germania, era un’interprete al tempo in rampa di lancio. 

Attrice di avvenente bellezza, dopo l’intensa attività teatrale, approdò al cinema dove si specializzò nel ruolo di femme fatale o donna criminale. Memorabile la sua performance ne Il Tigre (1930) – diretto da quello stesso Johannes Meyer in regia anche in Unter flascher flagge – nel quale assume sia il ruolo di dark lady nonché del terribile bandito protagonista a cui fa riferimento il titolo. Il film – a volte indicato come il primo thriller tedesco – insieme ad altri, permise alla bella Charlotte di siglare un contratto con l’americana MGM. Era il 1932, giusto l’anno di Unter flascher flagge, e c’era chi ipotizzava che Charlotte Susa potesse diventare la nuova Greta Garbo: nella realtà, l’attrice non girò nemmeno un film in America e tornò in Germania. Questi aspetti possono sembrare mere curiosità, e forse lo sono, ma al tempo stesso indicano come la Germania, negli anni 30, non fosse poi così distante dal resto del mondo occidentale. Un ulteriore prova di ciò, oltre ai tanti autori tedeschi che lavorarono negli anni successivi in America, è che i soggetti di Unter flascher flagge, ma anche di Spione am werk per restare ai titoli citati, furono rifatti da inglesi e americani. Insomma, non solo le storie erano buone ma potevano benissimo essere condivise anche nel resto del mondo occidentale. L’intrigo spionistico in Unter flascher flagge è infatti ben costruito, del resto sia Kimmich in sceneggiatura che Meyer in regia sapevano il fatto loro. Herbert Frank (Gustav Fröhlich, noto per aver interpretato Metropolis di Fritz Lang) è un ufficiale dell’Intelligence tedesca e, ferito durante la Prima Guerra Mondiale, viene curato dalla bella infermiera Maria. Siamo solo nel 1916, Frank ha tempo di innamorarsi della ragazza, guarire e sposarla, che la guerra non è ancora finita. 

Con l’incarico di controllare lo spionaggio zarista a Berlino, Frank e i suoi collaboratori scoprono che un individuo sconosciuto, un certo Sulkin, sta cercando di mettere le mani sui piani d’attacco tedeschi in Russia. Con un’attrice sulla scena del calibro di Charlotte Susa non serve un grande sforzo d’immaginazione per capire chi possa essere la misteriosa spia russa. Come in ogni storia di spionaggio, la vicenda si ingarbuglia e nascono equivoci e malintesi; il fratello di Maria è eliminato dal servizio segreto russo mentre Frank, una volta scoperta l’attività della moglie, chiede di essere assegnato ad una azione suicida. Intanto, Maria, rientrata in Russia, è tormentata dal rimorso per aver tradito la fiducia del marito e vorrebbe ritirarsi. Opzione che all’Ochrana, il servizio segreto zarista, non vogliono nemmeno prendere in considerazione e, per convincere la donna, le rivelano la falsa notizia che fu Frank ad uccidere suo fratello. L’amore di Maria nei confronti del marito si tramuta quindi in odio. Ad un gran ballo, quando i due si reincontrano, la donna avvisa i suoi superiori, prima che Frank possa convincerla della sua innocenza. Ma ormai è tardi, il controspionaggio russo è in azione: Frank, ora aiutato da Maria, riesce però a sfuggire. Il finale, tuttavia, non è affatto lieto, che nel 1932, da quelle parti, non si doveva respirare troppo ottimismo: Maria paga con la vita per la salvezza del marito e, simbolicamente, le sue colpe contro la Germania.    


Charlotte Susa 




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