1343_INSIDE THE LINES . Stati Uniti, 1930; Regia di Roy Pomeroy.
Basato su
una pièce teatrale di buon successo, Inside the lines di Roy Pomeroy è
un film di spionaggio bellico che risente dei limiti del sonoro, ai tempi
ancora non adeguatamente sviluppato. Rispetto ad un film muto, infatti,
l’utilizzo della pista audio dava concettualmente la possibilità agli autori di
imbastire storie con dialoghi più articolati e quindi con un approfondimento
maggiore nei rapporti tra i vari personaggi. Ma poneva una serie di problemi in
più che non fu semplice risolvere seduta stante, almeno per Pomeroy e i suoi
collaboratori. Il film, infatti, si perde in troppi dialoghi poco incisivi e la
storia finisce per segnare un po’ il passo, almeno fino al clamoroso finale, forse
anche eccessivo nel suo cambiare le carte in tavola. Ma, va riconosciuto che,
in una storia di spionaggio, doppi e tripli giochi vanno messi in preventivo prima
della fruizione dell’opera. Inoltre, il passaggio che risolve e chiude il film,
ha il merito di scuotere un po’ lo spettatore, altrimenti a rischio
assopimento. Le storie di spionaggio rasentano spesso questa deriva poco
appassionante, visto che ci si raccapezza poco per definizione, non essendo mai
del tutto chiaro il ruolo dei personaggi. Di conseguenza, le motivazioni alla
base delle loro azioni sembrano spesso poco comprensibili con il risultato che
l’immedesimazione coi personaggi perde efficacia. Forse per mitigare questi
aspetti, ai tempi, si usava con vigore la classica traccia sentimentale e, guarda
caso, al cinema tra le spie c’era sempre un uomo di grande fascino o una donna
bellissima. In Inside the lines questo compito è affidata a Betty
Compson: l’attrice americana oggi è praticamente dimenticata, eppure, sullo
schermo, regge in modo sontuoso la scena. Il film di Pomeroy, pur non essendo
certo memorabile di per sé, ha quindi il pregio di farcela conoscere o ricordare,
il che non è un merito trascurabile. Un altro aspetto per cui va ricordato Inside
the lines è l’ambientazione a Gibilterra durante la Prima Guerra
Mondiale, una location a suo modo esotica ed affascinante. E, a questo
proposito, in tema di esotismo, anche Mischa Auer nei panni dell’inquietante Ahmadi
– la spia tedesca di origine orientale – non scherza. Non così male, in definitiva.
Betty Compson
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