1355_AMORE E MISTERO (Secret Agent). Regno Unito, 1936; Regia di Alfred Hitchcock.
In genere Segret Agent
non è considerato uno dei migliori film di Alfred Hitchcock, nemmeno del suo
periodo inglese. In Italia è addirittura stato editato con due titoli diversi,
ma senza mai convincere troppo: Amore e
mistero è l’alternativa al più rispettoso dell’originale L’agente segreto. Hitchcock negli anni
si rammaricò che questo film non ebbe un adeguato successo, rimpiangendo che,
forse, alcune buone idee nel soggetto non erano state sfruttate a dovere. Anche
se, secondo il geniale regista inglese, a tarpare le ali ad Amore e mistero fu soprattutto il fatto
che il protagonista, la spia inglese nota come Ashenden (John Gielgud), aveva
un compito di cui non era convinto e che era sostanzialmente immorale. In
qualità di spia in servizio durante
In realtà il soggetto di Amore e mistero non è irresistibile, ma questo con Hitchcok in regia sarebbe ancora un problema secondario; il punto è che sembra che il regista non abbia avuto la giusta sintonia con l’opera. L’unica cosa che in parte funziona, ma nemmeno del tutto, è la conferma al centro della scena di Madeleine Carroll, già filmata con una particolare devozione da Hitch nel precedente Il club dei 39 (1935). Elsa, il suo personaggio, ha un comportamento altalenante ben poco coerente con troppe cambi di idea per poter essere seguito con trasporto dallo spettatore. In effetti una certa mutevolezza è il tema dominante dell’opera: lo stesso Ashenden ha una evidente repulsione per il suo incarico e su questi dilemmi doveva basarsi il senso del film. Come ci si deve comportare, ovvero, a fronte di situazioni che obblighino l’individuo a compiere azioni che in altri momenti siano da ritenere riprovevoli?
Ma né
Lorre si presta al gioco divertito e scorazza per il film importunando tutte le donne di gradevole aspetto che gli capitano a tiro e facendo fuori, da vero tagliagole, nemici veri o presunti. Forse è vero, come ipotizza Donald Spoto nel suo imprescindibile Il lato oscuro del genio (1999), che questa estrema mutevolezza nel comportamento dei caratteri della coppia di protagonisti dava una prima forma cinematografica alla personalità del regista. Quella stessa sorta di incoerenza che era riscontrabile nei suoi capolavori americani, la presenza di attrazione e repulsione nello stesso momento per la stessa cosa, che qui si rivelava quindi in un modo meno consapevole ma altrettanto genuino. Ma, anche volendo considerare questo aspetto, quello di cui si parla sarebbe un pregio indiretto, ossia più inerente allo studio dell’autore che del singolo testo che, nello specifico, è il film Amore e mistero. E che non può comunque dirsi pienamente riuscito come opera a sé stante, essendo il legame con l’intera cinematografia del regista troppo labile. Un po’ come il tentativo, presente nel racconto del film, di legittimare l’immorale azione dell’agente segreto Ashenden con le presunte conseguenze della sua missione, il successo alleato nella campagna del Sinai e della Palestina: ma non ditelo al generale Allenby.
Madeleine Carroll
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