1145_SIGNORI SI NASCE .Italia 1960; Regia di Mario Mattoli.
Non solo la voce fuori campo dell’introduzione anticipa
quello che sarà il tema di Signori si nasce di Mario Mattoli, ovvero il
legame spesso conflittuale tra fratelli, ma fornisce già una spiazzante e
sconsolante chiave di lettura. Vengono citati vari casi della Storia, da Caino
e Abele a Romolo e Remo, e i personaggi in questione vengono mostrati via via
coi volti di Peppino De Filippo e Totò. Curiosamente, nell’adattamento
caricaturale delle raffigurazioni, la parte del fratello cattivo capita sempre
a Peppino De Filippo, quella della vittima a Totò. Lo sconforto sorge spontaneo,
o almeno dovrebbe, guardando il resto della pellicola. Come nelle altre nostrane
commedie piuttosto insipide, almeno da un punto di vista strettamente morale, è
infatti interessante notare come il cattivo
sia sempre colui che lavora (in questo caso Pio degli Ulivi, ovvero Peppino)
mentre chi si dà alla bella vita (Ottone degli Ulivi detto Zazà, Totò) si
ritrova nella parte del buono. In
questo caso la curiosità è raddoppiata, in quanto il personaggio di Pio degli
Ulivi fa il sarto, quindi un lavoro pratico e concreto, che per una persona di sangue
blu rappresenta una decisa evoluzione; il raddoppio è dovuto al fatto che
nel film Pio viene deriso proprio per il suo lavorare manualmente dal fratello,
che pure ha bisogno dei suoi soldi per potersela spassare. Naturalmente non ci
sono intendimenti di critica sociale nella pellicola, che è un mero pretesto
per mettere in scena la classica commedia degli equivoci tra Totò e Peppino; ma
proprio perché scevra da ogni interesse, questa impostazione dei ruoli risulta
essere più sincera e aderente a quanto, aimè, comunemente accettato, almeno nei
nostri lidi.
Nel cast, oltre a Totò in gran forma e Peppino de Filippo
che gli tiene testa, c’è da ricordare una frizzante Delia Scala che ruba il
ruolo di primadonna nello spettacolo di varietà alla procace Liana Orfei.
Delia Scala
Angela Luce
Liana Orfei
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