1148_RACCONTI FANTASTICI: IL DELIRIO DI WILLIAM WILSON .Italia 1979; Regia di Daniele D'Anza.
Per il terzo episodio della miniserie Racconti
Fantastici, liberamente ispirata all’opera di Edgar Allan Poe, Daniele D’Anza
e Biagio Proietti riescono ulteriormente a stupire con un’ambientazione sulla
carta lontanissima dalle pagine dello scrittore americano. Il delirio di
William Wilson prende come spunto il tema del doppio presente nel racconto William
Wilson di Poe ma nell’attualizzarlo ai giorni nostri, epoca d’ambientazione
della serie, lo trasferisce nel mondo delle corse automobilistiche. Per la
verità William Wilson (un pimpante e credibile Nino Castelnuovo) è solo un
collaudatore ma l’attore lombardo è bravo a tratteggiare la figura del pilota
bello e dannato che, negli anni Settanta, complice il successo mondiale della
Formula 1, era tra le più carismatiche del periodo. La vita di eccessi tipica
dei piloti del cosiddetto circus iridato, forse indotta anche dai
costanti rischi connessi con la professione, era l’ideale per proporre l’argomento
del sosia, dove appunto specchiare una condotta sempre al limite con una legata
ai dettami del buonsenso. Nel racconto di Poe Wilson è prossimo alla morte
mentre nel film di D’Anza la sua esistenza è comunque sempre in pericolo, visto
i rischi che il giovane si assume nel collaudare i bolidi da corsa oltre i loro
limiti. Giorgio Biavati si incarica di dar corpo al secondo William Wilson,
quello più coscienzioso: una sorta di grillo parlante che, esattamente come nel
racconto di Poe, arriva addirittura a smascherare pubblicamente il suo alter
ego quando bara alle carte. Biavati incarna perfettamente l’antitesi della
figura carismatica ma il suo personaggio rivela come egli sia semplicemente una
sorta di coscienza dell’altro, dal quale è completamente dipendente. Non
è, quindi, una contrapposizione tra buono vs cattivo, anche perché
quando Wilson, quello vero, elimina il rivale in duello nel finale, sancisce
in quello stesso momento la sua fine. L’individuo è quindi incline al male ma
ha una coscienza che lo può aiutare; e reprimerla non è una soluzione
praticabile. Nel film da segnalare la presenza di Janet Agren nei panni di
Eleanor Usher, sorella di Roderick (Philippe Leroy) insieme al quale ci riporta
alla residenza che era stata al centro dei primi due episodi della serie. La
Agren era splendida ma, tutto sommato, poco valorizzata da una parte non
particolarmente interessante. Peccato; in ogni caso Janet è sempre un valore
aggiunto e il suo contributo è particolarmente utile a rendere comunque
interessante questo terzo episodio, leggermente meno efficace dei precedenti.
Janet Agren
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