1121_CARRY ON, SERGEANT! Canada 1929; Regia di Bruce Bairnsfather.
Una storia troppo poco omogenea, che segue parallelamente le vicende di due operai metalmeccanici e di una coppia di amici della classe abbiente che, dal Canada, decidono di arruolarsi nel Canadian Scottish Regiment per partecipare alla Prima Guerra Mondiale, è alla base di Carry on, sergeant!, film del 1928 di Bruce Bairnsfather. Le due vicende si sovrappongono senza un funzionale meccanismo narrativo che le coinvolga reciprocamente in modo opportuno e, nel complesso, il racconto perde efficacia. Non agevola nemmeno la traccia spionistica che risulta troppo fine a sé stessa. A salvare in parte la baracca è la storia del sottoufficiale a cui è intitolato il film, Bob MacKay (Hugh Buckler) che si guadagna il grado di sergente per il valore sul campo di battaglia. Anche se l’azione in cui si merita i gradi, che lo vede andare di soppiatto nella trincea tedesca per fare un prigioniero da far parlare per conoscere i piani del nemico, se vogliamo dirla tutta, non è certo un capolavoro di credibilità. Per altro le scene che vedono protagonista MacKay sono più serie di quelle che coinvolgono l’amico Syd Small, del resto interpretate con disinvoltura dal comico Jimmy Savo. L’aspetto che rende interessante Carry on, sergeant! è quindi un altro: la pur secondaria ma tormentata vicenda sentimentale. MacKay si è da poco sposato con Ruth (Nancy Ann Hargreaves) quando decide di rispondere all’appello della patria britannica.Giunto in Europa, alterna i periodi in trincea a quelli di riposo, nei
quali frequenta l’Estaminet, la locale taverna dove lavorano
alcune ragazze tra cui Marthe (Louise Cardi) che gli mette gli occhi addosso
sin da subito. Il sergente, però, è sinceramente devoto alla moglie e, tra la
nostalgia per Ruth e le preoccupazioni per la guerra, non ha proprio tempo di
badare alle ragazze di facili costumi del posto. Con la sua
intransigenza, MacKay appare addirittura un filo troppo rozzo; la regia, che si
sofferma sul suo scarpone che con noncuranza calpesta la foto di Marthe
sprofondandola nel fango, sembra sottolinearlo. I canadesi, con le loro buffe
gonnelline, pardon kilt, vengono spediti a Ypres, a sperimentare i terribili
gas velenosi e continuano a farsi valere. Visto che, durante il primo conflitto
mondiale le posizioni sul fronte variavano di poco, ecco che un giorno i nostri
Canadian Scottish si ritrovano di nuovo all’Estaminet: quel
giorno, un giorno di pausa, l’umore del sergente, dopo anni di dura guerra di
trincea, è totalmente diverso da quello che aveva nelle precedenti occasioni.
Marthe lo accoglie speranzosa e lui, in quell’istante, non sembra avere altri
pensieri che per lei: in breve si consuma una notte d’amore. Quando il sergente
viene richiamato dal reparto, il rimorso lo assale. Come avrebbe potuto tornare
e guardare negli occhi l’amata Ruth? Alla prima occasione, MacKay si lancia all’attacco
e trova la pace per placare il suo animo, cadendo sul campo di battaglia. A suo
tempo, pare che Carry on, sergeant! fu duramente criticato per
l’esplicita relazione tra il soldato canadese e la prostituta ma, a questo
punto, non ci sembra il caso di criticare il povero sergente che, se ebbe un
cedimento morale, ne pagò duramente lo scotto.
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