1210_I GIOCHI DEL DIAVOLO: L'UOMO DELLA SABBIA . Italia, 1981; Regia di Giulio Questi.
Il primo dei Giochi del Diavolo, ciclo di film
televisivi targati RAI dedicati alla letteratura fantastica, si prende la briga
di tradurre in immagini un testo alquanto impegnativo: L’uomo della sabbia,
di E.T.A. Hoffmann. Per l’occasione la RAI mette a disposizione del regista
Giulio Questi un’attrezzatura degna del cinema su grande schermo e non le
tradizionali telecamere televisive che, per un testo prevalentemente
intimistico, non è cosa da poco. Giulio Questi sfrutta a dovere l’opportunità
realizzando una riduzione dell’opera di Hoffmann non solo rispettosa ma anche
efficace. Certo, tutti i risvolti della prosa dello scrittore tedesco non sono
facile da carpire e riprodurre in immagini ma lo sceneggiato conserva un
malsano fascino che inquieta le convinzioni dello spettatore. Olimpia, la
figlia del professor Spallanzani (Ferruccio De Ceresa) è in realtà un automa ma
l’inganno che spinge Nataniele (Donato Placido) ad innamorarsene, per quanto
assurdo, finisce per essere grottescamente convincente. Del resto va
riconosciuto che, anche nella realtà, spesso ci si innamora di un’idealizzazione
dei nostri desideri e non della persona realmente oggetto del nostro
sentimento. Hoffmann enfatizza un po’ il concetto, Nataniele perde la testa per
una sorta di manichino animato, per quanto fatto benissimo (nel film
interpretato da una piacevole ragazza rimasta anonima nei crediti). Coppola
(Mario Feliciani) è forse il personaggio migliore nell’alimentare la sensazione
di viscido intreccio che pervade il racconto e finisce per imbrogliare tanto
noi quanto il Nataniele protagonista dell’assurda vicenda. Quello di Giulio
Questi non è forse un capolavoro, questo va detto, ma tutto sommato riesce bene
nell’intento di presentarci parte della malìa della prosa di Hoffmann. E non è
affatto poco.
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