1208_FREE CHOL SOO LEE . Stati Uniti 2022; Regia di Julie Ha e Eugene Yi.
La cosa più avvilente, guardando Free Chol Soo Lee,
documentario di Julie Ha e Eugene Yi, è che dai fatti narrati sono passati
quasi cinquant’anni. Quando la polizia di San Francisco arresta l’immigrato
coreano Chol Soo Lee è infatti il 7 giugno 1973: le circostanze che lo
porteranno alla condanna sono molto generiche e, anche senza voler necessariamente
prestare fede alla tesi sposata dal documentario, sarà poi la stessa Giustizia
americana a ribadirlo. Tuttavia per Chol Soo Lee da quel giorno di inizio
giugno comincia un vero e proprio inferno: condannato ingiustamente per
l’omicidio di Yip Yee Tak, finisce all’ergastolo. Durante il soggiorno in
carcere rimane coinvolto in un altro omicidio e, considerata la sua già grave
posizione, viene ulteriormente condannato alla pena capitale. Prima di essere
definitivamente assolto saranno dieci gli anni di prigione per il nostro povero
immigrato coreano, di cui otto nel braccio della morte e con la prospettiva di
essere giustiziato. Il tutto per un errore giudiziario. E no, troppo comodo. Il
tutto per un errore giudiziario dovuto al pregiudizio e alla scarsa
considerazione non solo dei diritti umani degli immigrati asiatici ma della
loro stessa vita. Negli Stati Uniti d’America; non in qualche sperduto angolo
di mondo. E, purtroppo, non possiamo dire, ‘e solo quasi cinquant’anni fa’
perché se il documentario di Julie Ha e Eugene Yi ha ancora questo mordente, è
perché i problemi che pone sono ancora attuali. Ed è questo che mette perfino
più tristezza del vedere la vita di un uomo ingiustamente rovinata dalle
istituzioni che dovrebbero tutelari i diritti di tutti.
Il fatto che sia stato
inutile.
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