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giovedì 19 gennaio 2023

TOTÒTRUFFA 62

1204_TOTÒTRUFFA 62 Italia 1961; Regia di Camillo Mastrocinque.

Film dal titolo quanto mai emblematico, questo Totòtruffa 62 fa riferimento all’indole truffaldina che, bene o male, il grande attore napoletano ha quasi sempre portato con efficacia sullo schermo. E probabile che questo sia uno dei motivi del grande successo del comico – oltre all’indiscusso talento, sia chiaro – perché ha dato corpo ad un’attitudine assai diffusa lungo lo stivale. Nel film ci sono alcune scenette in suddetta materia davvero strepitose: la vendita della Fontana di Trevi, il raggiro al padrone di casa – con un Totò nei panni di Lola davvero superlativo – e anche le scene all’ambasciata sono gustose. Da questo punto di vista, il lungometraggio è in assoluto uno dei migliori tra quelli interpretati dal Principe della Risata. Un po’ fastidiosa la parte in cui, a colloquio con il commissario Malvasia (un convincente Ernesto Calindri) Antonio Peluffo (ovvero Totò) cerca giustificazioni strappalacrime per motivare la sua attività di truffatore. In particolare ai limiti dell’odioso la parte in cui il nostro prova, con il suo consueto momento serio e commiserevole, a dimostrare come i suoi imbrogli siano semplicemente la controparte del lavoro onesto del commissario e addirittura assimilabili ad esso per lo scopo che hanno in comune – l’istruzione dei figli. Meno male che Malvasia è tipo sbrigativo quanto il Calindri e non se la beve, sebbene l’intenzione di strappare la commiserazione da parte dell’autorità rimane, e rimane soprattutto come cifra tipica del comportamento del personaggio Totò. Personaggi che risulta assai più interessante quando mostra la sua vera indole, ovvero quella ben poco onesta; anche perché questa indole malandrina è alla base dello stesso tentativo di mettere nel sacco l’autorità provando ad impietosirla con argomenti tanto ipocriti quanto falsamente commoventi. In sostanza non se ne esce: la truffa è sempre dietro l’angolo.
Nel finale non potendo arrivare al lieto fine con mezzi leciti – e per una volta evitando quelli illeciti – Matrocinque e gli sceneggiatori Castellano e Pipolo trovano la soluzione a questa commedia all’italiana con l’eredità dello zio d’America (del sud), variante della vincita alla lotteria. Gira e rigira, lo scopo è sempre quello di evitare di lavorare e potersela spassare: questo è il vero punto di forza di questo genere di film tipicamente italiani.
La spalla di Totò in questa pellicola è Nino Taranto, sicuramente all’altezza della situazione. Di rilievo la presenza di Estella Blain nei panni della figlia del Peluffo, che mostra una presenza scenica davvero fuori dal comune. Un’attrice con il phisique du role da vera diva.   








Estella Blain








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