1194_A PROPOS D'UNE RIVIÈRE. Francia 1955; Regia di Georges Franju.
8_continua.
In quello stesso 1954 una linea di navigazione gli
commissiona Navigation marchande atlantique un documentario che debba
fare sfoggio delle qualità tecnologiche delle moderne navi da crociera. L’impronta
commerciale di questo film limita la libertà di Franju, sebbene il suo sguardo
inusuale sia comunque riconoscibile ma, almeno stando a quanto riportato da
Kate Ince, l’autore non riconoscerà pienamente la paternità su questo
documentario (Kate Ince, Georges Franju, pag. 12).
L’anno successivo l’Istituto Nazionale delle Acque
e delle Foreste commissiona a Franju A propos d’une rivière, un
cortometraggio in cui fa capolino la vena animalista dell’autore pur senza
raggiungere le vette de Le Sang des Bêtes. O forse sì, ma solo nella
scena in cui il salmone è preso a sassate sulla testa e lasciato poi agonizzare:
l’obiettivo di Franju rimane impietosamente sull’occhio del disperato animale.
Ma per il resto del documentario la pesca è seguita con interesse tecnico e
senza eccessiva acredine: in effetti il protagonista è un innocente ragazzino
che sogna di divenire pescatore di salmoni e corona le sue ambizioni. Ma,
ancora una volta, prima della fine l’autore compie una svolta inaspettata: dopo
essere riuscito a trovare l’equilibrio tra la descrizione di un’attività umana
tanto radicata, e di conseguenza interessante dal punto di vista tecnico, e il
suo aspetto indubbiamente biasimevole, la crudeltà inflitta agli animali,
Franju fa saltare il banco con la scena del tizio che si apposta nel luogo
della fecondazione dei salmoni per sparare ai pesci con il fucile, unendo nella
condanna per la pesca anche la caccia quando agli aspetti critici già messi in
conto si aggiunga anche il comportamento vigliacco da parte dell’uomo. La
triste fine del cortometraggio è dedicata ai maschi di salmone che, a quanto si
dice, non riescano a fare mai ritorno a quel mare che Franju ci mostra in tetre
immagini che sembrano vestite a lutto.
_continua.
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