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lunedì 30 gennaio 2023

I GIOCHI DEL DIAVOLO: LA PRESENZA PERFETTA

1212_I GIOCHI DEL DIAVOLO: LA PRESENZA PERFETTA Italia, 1981; Regia di Piero Nelli.

Nientemeno che Henry James è l’autore che la serie di film televisivi I giochi del Diavolo prende ora a soggetto, mettendo il suo racconto Il fantasma di Edmund Orme nelle mani di Pietro Nelli. Il versatile ma poco prolifico autore toscano si prende una bella gatta da pelare, perché la poetica di James e la natura della sua profonda inquietudine sono tra le cose più difficili da rendere su uno schermo. E La presenza perfetta, il risultato di questa riduzione televisiva, non è entusiasmante, questo va detto. Che vi sia una narrazione fondamentalmente statica è anche prevedibile, il problema è far correre sotto di essa le inquietudini e i turbamenti che James era capace di suggerire, indurre, lentamente ma inesorabilmente. Nelli ci prova con giudizio, con un’impostazione tutto sommato fedele alla prosa dello scrittore; ma uno sceneggiato televisivo non è un romanzo e i tempi di fruizione sono diversi. Nella versione Rai, il soggetto di James fatica eccessivamente. Eppure l’impianto scenico e narrativo è notevole, la storia e i personaggi hanno un respiro degno del romanticismo ottocentesco. William Berger è un eccellente Henry Vawdrey e, nelle eleganti ambientazioni d’epoca, riesce con la sola maschera facciale a creare la giusta atmosfera. Rada Rassimov nel ruolo di Annie Marden è un’attrice invece forse troppo legata agli anni Settanta, per essere davvero convincente. Più delicata e sfumata, ma forse più credibile nel contesto proprio per questo, Emanuela Barattolo nel ruolo della figlia di Annie, Charlotte. Nella storia d’amore che si sviluppa tra Henry, noto scrittore, misantropo e scapolo impenitente, e la giovane Charlotte, si inserisce il fantasma di Edmund Orme, nella lugubre figura interpretata con rara efficacia da Franco Ressel. Le sue angosciose apparizioni sono accompagnate dai rintocchi della suggestiva di musica di Piero Piccioni e quando il finale a sorpresa sembra dissolverle per sempre, un nuovo dubbio ci attanaglia. Lo spettro di Edmund Orme era un morto non del tutto morto, Henry, nonostante l’amore di Charlotte, si sente un vivo non del tutto vivo. Ma allora, forse, seppur non del tutto trascinante, questo La presenza perfetta, è comunque evocativo della poetica di James. Niente male, quindi.    



Rada Rassimov 



Emanuela Barattolo 

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