1199_HOT THRILLS AND WARM CHILLS . Stati Uniti 1967; Regia di Dale Berry.
Sconclusionato esempio di sexploitation, la variante sessualmente
esplicita del già non proprio discreto exploitation, Hot Thrills and
Warm Chills promette tanto ma finisce addirittura per annoiare. E dire che
per lo schermo scorrazzano ragazze discinte per tutta la durata della pellicola
e non mancano nemmeno scene soft core per stuzzicare ulteriormente le
fantasie degli spettatori. Ma Dale Berry in regia e Herman Eldeiwes alla
sceneggiatura non combinano niente di buono, purtroppo. Può stupire, ma per Hot
Thrills and Warm Chills è doveroso citare, anche se non in ottica positiva,
anche lo sceneggiatore, perché il lungometraggio di Berry ha anche la pretesa
di avere una specie di canovaccio, per quanto non sviluppato in alcun modo. Tre
prosperose amiche si ritrovano, sul momento sembra per aggiornarsi sulle
proprie vicende private; questo debole pretesto permette a Berry di mostrare
qualche scena di sesso riferita in qualche maniera ai racconti delle ragazze.
Poi, la trama sembra prendere una piega che ricordi qualcosa di Faster, Pussycat!
Kill! Kill! (1965, regia di Russ Meyer) con la leader del gruppo, Toni
(Rita Alexander) che propone alle altre di rapinare la King of Sex’s crown
durante l’imminente Mardi Gras. La corona, oltre ad essere un
riconoscimento all’uomo più sexy della sfilata, ha infatti anche un notevole
valore economico. Ma la pista avventurosa si dilegua subito, annacquata dai
ripetuti stacchi erotico pornografici accompagnati dalle ossessive sonorità
latineggianti. Tra le rare note di interesse del film c’è la presenza di Lorna Maitland,
la procace protagonista dei film di Russ Meyer Lorna (1964), Mudhoney
(1965) e Mondo Topless (1966), sebbene in questo caso non si tratti di
una partecipazione significativa. Poco incisive anche le performance di Bubble
Cash, Susan Brandon e Jeane Manson. Insomma, in Hot Thrills and Warm Chills l’unica
a dare un contributo in qualche modo memorabile è Rita Alexander: riconosciuta
star della scena burlesque di New Orleans, l’avvenente spogliarellista era nota
come Champagne Girl per via di un numero scenico che è forse il vero
piatto forte, per quanto di minutaggio contenuto, anche del film di Berry. Dopo
aver appoggiato una coppa di champagne su uno dei prosperosi seni, la ragazza
chinava la testa all’indietro, guidando con la bocca il bicchiere e bevendo
quindi il raffinato vino senza l’ausilio delle mani. La Alexander regge tra
l’altro bene lo schermo, durante le scene che la vedono coinvolta; vacilla un
po’ – eufemismo, ma vabbè – durante la
sparatoria ma nel corpo a corpo con cui stende il poliziotto riesce in parte a
rievocare la Tura Satana, che era una specialista in questo senso, del citato Faster,
Pussycat! Kill! Kill! In definitiva, se non altro Hot Thrills and Warm
Chills è l’occasione per conoscere la Champagne Girl di New Orleans.
Nice to meet You, Rita.
Susan Branson
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