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martedì 30 maggio 2023

PHILO VANCE: LA CANARINA ASSASSINATA

1283_PHILO VANCE: LA CANARINA ASSASSINATA Italia,1974; Regia di Marco Leto.

E’ curioso che debba essere un episodio di una miniserie televisiva nemmeno troppo riuscita a darci un saggio di quello che avrebbe potuto essere la carriera di Virna Lisi, una delle attrici meno valorizzate del nostro cinema. Intendiamoci: la Lisi ha un curriculum e una considerazione di tutto rispetto, questo è evidente. Eppure quasi nessuno la pone sul piano di Sophia Loren o di Gina Lollobrigida, per citare giusto due nomi del nostro cinema. Certo, questo, si può azzardare, accadde anche in seguito ad una precisa scelta dell’attrice marchigiana quando, per citare un passaggio chiave della sua carriera, nel 1968 ruppe il contratto con la Paramount perché non voleva recitare troppo discinta nel film Barbarella (regia di Roger Vadim). Film che, tanto per capirci, lanciò definitivamente Jane Fonda nell’olimpo delle star di Hollywood. Come noto la Lisi, tornata in Italia, seppe poi farsi valere nell’ambito del cinema nostrano più impegnativo ricevendo premi e consensi della critica. Tuttavia è curioso come, soprattutto nel nostro paese, si veda sempre in contrapposizione la presenza scenica con la capacità interpretativa, tanto che c’è chi si stupì che la Lisi, a quel punto della carriera, sapesse anche recitare. Il secondo episodio della serie dedicata a Philo Vance dà invece una sorta di dimostrazione di quella che avrebbe potuto essere la carriera dell’attrice marchigiana se avesse preso altre decisioni. La serie in questione è imperniata sulle vicende del dandy newyorkese degli anni 30 investigatore per diletto, interpretato da Giorgio Albertazzi e, pur se interessante, non è certo un capolavoro della televisione italiana. Nel citato secondo episodio, La Canarina assassina, Virna è una cantante di cabaret, detta appunto la Canarina, sul cui omicidio Vance è chiamato ad investigare, invitato dall’amico procuratore distrettuale Markham (l’imperturbabile Sergio Rossi) con buona pace dello stolido sergente Health (Silvio Anselmo). L’intreccio, che si basa sul romanzo omonimo di S. S. Van Dine (al secolo Willard Huntington Wright), è valido, un filo ingarbugliato ma senza guastare più di tanto la fruizione. Albertazzi gigioneggia da par suo, Marco Leto in regia è defilato, la scenografia è modesta ma lascia spazio alla verve teatrale degli interpreti per un equilibrio che tutto sommato viene raggiunto. Non eccezionali i momenti musicali, tanti considerato il tema del racconto, e forse si poteva inserire delle versioni più riuscite delle canzoni, anche doppiando eventualmente in quei frangenti le interpreti. Oltre alla Canarina protagonista, che ha largo spazio nel film grazie all’uso ripetuto del flashback, le presenze femminili sono rilevanti e si possono ricordare almeno Lia Tanzi, deliziosa, e Anna Zamboni, miss Italia 1969. Ma torniamo alla Lisi: nel film interpreta una diva che basa il suo successo sulla sua avvenenza fisica, cosa che Virna riesce perfettamente ad incarnare. Ma poi emerge anche la sua sponda drammatica, quella di una donna di umili origini che cerca sgomitando di affermarsi nel bel mondo degli anni 30 americani. Insomma un ruolo completo, non solo legato alla sua presenza scenica e che l’attrice marchigiana risolve da grande interprete. E da grande diva, non essendo, le due cose, affatto in contraddizione. Ma, purtroppo per lei, La Canarina assassinata non è uno di quei film memorabili che rendono immortali i suoi interpreti ma solo un onesto sceneggiato televisivo.





Virna Lisi 




   Lia Tanzi 



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