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lunedì 22 agosto 2022

MY GRANNY FROM MARS

IL RITORNO DELLO ZAR: #L'ORA DELLA FINE

1079_MY GRANNY FROM MARS . Bieorussia, Ucraina Estonia, 2018;  Regia di Alexander Mihalkovich.

A parte l’idea divertente del titolo, se lo prendiamo come film in sé e per sé, My granny from Mars (traduzione: la mia nonnina da Marte) non è che sia un’opera così entusiasmante. Certo, la situazione contingente, il documentario è ambientato nella Crimea poco dopo l’annessione alla Federazione Russa nel 2014, lo pone in un posto di privilegio nell’interesse generale. Attraverso le vicende di babuska Zina, nonna del regista Alexander Sasha Mihalkovich, possiamo attingere ad una testimonianza diretta di chi ha vissuto l’evento. Zina è ucraina e non lo nasconde ed ora è additata dai vicini, gente con cui aveva sempre intrattenuto buoni rapporti, come fascista o seguace di Bandera, lei che è solo una pacifica anziana che vive semplicemente nella sua pericolante casetta sulla penisola contesa. Oltre all’essere diventata completamente isolata dal resto della famiglia è proprio questo odio che ora sente sulla sua pelle, a rendere più difficile la vita della donna. Mihalkovich è onesto, perché è evidente che il punto di vista di sua nonna, per quanto sacrosanto, è parziale, essendo parte in causa. Ecco anche quindi perché, per la festa per gli 80 anni di Zina, la prima ad arrivare è Valia, sua vecchia amica che la guerra del Donbass ha costretto a emigrare in Russia. Stando alle parole della convenuta, la responsabilità è tutta del governo di Kiev che arrivò a bombardare Donetsk. La questione non è semplice, tanto che Zina e Valia, pur essendo amiche, sono in completo disaccordo; peraltro che fosse una grana mica facile era già evidente. Quello in cui My granny from Mars non riesce ad essere convincente è farci capire meglio la natura delle difficoltà in cui vive Zina, al di là delle sue sporadiche parole nel merito. La cosa desta la perplessità persino del figlio della donna, Vova che, a fronte delle lamentele della madre sul fatto di vivere in un luogo che definisce irraggiungibile, le fa notare che per la sua festa di compleanno sono arrivati sin lì tutti i parenti, quasi una decina di persone. E’, in effetti, un’osservazione che sorge spontanea nello spettatore alla quale Zina replica che il costo del viaggio e dell’operazione nel complesso è molto elevato; ma non si tratta di una risposta esauriente se volessimo davvero capire la situazione. Ed essendo uno dei punti chiave del discorso, il titolo fa in effetti riferimento all’irraggiungibilità della donna che pare essere finita su Marte, lasciare lo spettatore non del tutto soddisfatto non è certo un bel risultato. 






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