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martedì 8 dicembre 2020

MISSIONE DI MORTE

684_MISSIONE DI MORTE (Cornered). Stati Uniti1945. Regia di Edward Dmytryk.

Dopo L’Ombra del Passato (1944) Edward Dmytryk chiama ancora ad interpretare il ruolo di protagonista per un suo film Dick Powell: con Missione di Morte, un noir ancora più cupo del precedente, la trasformazione dell’interprete di tanti brillanti musical in personaggio ombroso e dallo sguardo torvo è completata. Per la verità, proprio sul finale, ma proprio negli ultimi fotogrammi, qualche spiraglio anche un’opera fosca come Missione di Morte ce lo lascia, con Gerard (Powell, appunto) che ha un cenno d’intesa con Madeleine Jarnac (Micheline Cheirel). Ma il nostro ha appena ammazzato a suon di cazzotti il cattivo di turno, tal Marcel Jarnac (Luther Adler), ex collaborazionista francese che tra i vari crimini di cui si era macchiato, contava anche l’aver mandato a morte la moglie di Gerard. Questi era ex un militare canadese e, a XX Guerra Mondiale finita, si era incaponito nella ricerca di chi avesse condannato a morte la sua giovane moglie: un’ingarbugliatissima ricerca che l’aveva condotto in Argentina. Il film che si presenta come un normale dramma, una volta in Sudamerica si trasforma immediatamente in un noir esotico, con il laido Incza (Walter Slezak) che cerca di maneggiare una situazione intricata come da copione del genere. Gerard è però molto risoluto, troppo per il tipo di storia in cui si va ad impelagare; non ha tempo da perdere, nemmeno con la dark lady di turno, la senora Camargo (la conturbante Nina Vale), e il suo intervento rischia addirittura di scombinare i piani dell’organizzazione che ricerca i criminali nazisti nascosti in Argentina. Il racconto procede quindi con Gerard che si scontra continuamente, ora con i cattivi, ora con i buoni, quasi sempre con Incza che si intrufola in ogni spiraglio senza scoprire le sue carte ma in ogni caso si rivela della pasta peggiore. Il lieto fine non è nelle opzioni, troppo l’odio accumulato dal protagonista durante la guerra, soprattutto per i crimini che questa ha disseminato; e giustamente i colpevoli non devono passarla liscia. La connessione tra il periodo bellico con i suoi strascichi e il noir è portato da Dmytryk allo scoperto nelle motivazioni che muovono il suo protagonista in uno degli esempi più oscuri del genere. La guerra è finita, ma da troppo poco tempo perché il noir possa schiarirsi anche solo un po’. 






Micheline Cheirel



Nina Vale





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