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venerdì 13 dicembre 2019

SPIONAGGIO INTERNAZIONALE

470_SPIONAGGIO INTERNAZIONALE (Foreign Intrigue); Stati Uniti 1956Regia di Sheldon Reynolds.

Ispirato dalla serie televisiva omonima Foreign intrigue, prodotta dallo stesso regista del film, Sheldon Reynolds, Spionaggio internazionale è un’opera curiosa, interessante più che riuscita. A parte il protagonista Robert Mitchum, che recita sul velluto una parte a lui congegnale, l’aspetto più intrigante del film è il suo mantenersi in una forma ambigua. In principio è colorato come un fiammeggiante melò, ma Reynolds non coglie gli spunti che la trama offre in questo senso: ci sono infatti almeno due triangoli sentimentali lasciati cadere nel vuoto. Il primo è composto da Bishop (Mitchum), che si trova tra i coniugi Danemore, ma il marito muore troppo presto e a Domenique, che rimane vedova, Geneviève Page non riesce a dare sufficiente fascino per innescare il melodramma. Poi la stessa Domenique cerca di inserirsi tra la Bishop e Brita (Ingrid Thulin); ma anche in questo caso senza incidere. Tra gli ultimi due va in scena una rapida storia sentimentale, tutto sommato gradevole, per quanto un po’ fuori luogo, visto il tema del film. E comunque la Thulin, pur essendo certamente una bellissima ragazza, non sembra troppo a suo agio in una storia che è si un intrigo internazionale, ma basato su un ricatto più che sullo spionaggio. Questo intrigo, in cui il defunto Danemore ricattava gli ex-spalleggiatori nazisti in quei paesi dove ancora erano rimasti sconosciuti, è una delle parti deboli del film, sebbene potrebbe funzionare in modo coerente in un esplicito b-movie. La spy-story, almeno a livello di genere, lascia visivamente pian piano posto al noir, con il finale che sembra arrivare al culmine della storia, ma poi si rivela sorprendentemente aperto. In questa fase, il richiamo al genere noir è reso manifesto anche dalla colorazione della pellicola, che sotto la fioca luce dei lampioni dei vicoli di Vienna, sembra un bianco e nero seppiato. Insomma, si tratta anche di un intrigo di generi e elementi cinematografici onestamente assortito un po’ alla bell’e meglio ma, magia del cinema, tutto sommato con una sua funzionalità e la sua ora e mezza abbondante la supera senza patemi.  





Genevieve Page



Ingrid Thulin



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