Translate

martedì 24 dicembre 2019

LA SPOSA CADAVERE

481_LA SPOSA CADAVERE (Corpse Bride); Stati Uniti, 2005Regia di Tim Burton e Mike Johnson.

L’aspetto più interessante di La sposa cadavere di Tim Burton (codiretto da Mike Johnson) è che riesce a riportare in auge con piena efficacia, oggigiorno, il romanticismo di una tenera storia d’amore. E la cosa non è affatto facile; certo, il genere sentimentale sopravvive ancora, ma perlopiù in opere dozzinali e assai poco stimolanti. Burton, come suo solito, lavora con consueta classe e bizzarra estrosità e, mescolando la ricetta della sua storia d’amore con il condimento dei temi macabri a lui cari, può affrontare a piè fermo anche un tema delicato come una intensissima love story senza correre alcun rischio di scivolare nello sdolcinato. Già il titolo affianca i due grandi temi del film (e dell’umanità): l’amore (la sposa) e la morte (cadavere). Questi due concetti sono spesso usati in antitesi: si dice che l’amore sia l’unica cosa che può vincere morte (quando si giura amore eterno) ma è anche vero che una formula del matrimonio (che, almeno ufficialmente, non è, come spesso si sente dire, la ‘tomba dell’amore’ ma il documento che lo ufficializza) recitava “finché morte non vi separi”, ad indicare che l’ultima parola spettasse alla Grande Consolatrice. Burton è dell’idea non solo che la morte non possa fermare l’amore ma anzi, è proprio nella spoliazione delle preoccupazioni terrene che si può davvero comprendere la grandezza di un sentimento tanto assoluto. Visivamente questo concetto è reso nel film da una nettissima distinzione tra i due mondi: quello dei vivi è grigio, oppressivo, incupito dagli interessi di parte; quello sotterraneo è coloratissimo, gioioso, allegro e spensierato. 

E’ ovviamente un paradosso, ma si tratta di un film di animazione che vuole un po’ sovvertire gli abituali luoghi comuni, permettendo una riflessione sul mondo moderno non particolarmente elaborata o complessa, ma indiscutibilmente centrata e basilare. Nella storia ambientata nel XIX secolo raccontata nel film,Victoria, una ragazza di una nobile stirpe decaduta finanziariamente, è promessa in sposa a Victor, un ragazzo di famiglia facoltosa ma di estrazione borghese. Per un capriccio del destino (mettiamola così) il nostro giovane finisce tra le braccia di Emily, la sposa cadavere, una povera ragazza derubata e uccisa proprio dal suo promesso sposo, il losco Lord Barkis. Nel mondo di superficie dominano quindi gli interessi, economici o di potere, che sono ancora quelli tipici della nostra società, mentre è molto più romantico l’universo dei morti, dove la nostra povera Emily sogna ancora il grande amore ed è comunque come fosse rimasta sospesa nell’attesa del gran giorno


Dapprima la nostra simpatica eroina identifica in Victor la soluzione alla sua condizione, ma poi come potrebbe, proprio lei, paladina dell’amore romantico, rimanere vittima dell’avidità sentimentale? E così tutto si risistema come da prevedibile copione: il cattivo Lord Barkis paga le sue colpe, Emily è finalmente libera dall’incantesimo che la teneva in attesa, mentre Victor può congiungersi con Victoria. E per Victor, represso dall’aridità umana della propria famiglia, il contatto con Emily e il suo mondo di cadaveri è, per assurdo, una ventata di vitalità. Visivamente il film è un vero capolavoro d’animazione: con la tecnica passo-uno mista a quella digitale, Tim Burton e Mike Johnson hanno realizzato un’opera di notevole qualità.
Insomma, che per le storie d’amore non sia un gran periodo deve essersene accorto anche Burton.
Per farci un film davvero bello ha dovuto risvegliare una donna trapassata.    


Emily









Nessun commento:

Posta un commento