320_IERI, OGGI, DOMANI . Italia, Francia 1963; Regia di Vittorio De Sica.
Quello di Vittorio de Sica è un film a episodi nel quale il
regista ci mostra la sua grande abilità di autore popolare, mettendo in scena
tre piccole storie perfette per esaltare le caratteristiche dell’attrice protagonista,
Sophia Loren. La diva è affiancata dal bravo Marcello Mastroianni che si adatta
anch’esso alla perfezione alla bisogna, ma è l’attrice il perno su cui si muove
l’interesse della macchina da presa. I tre episodi sono geograficamente
distribuiti per l’Italia e, raccogliendo una serie di luoghi comuni di facile
accessibilità per il pubblico, mettono in scena la solita piuttosto triste commedia
italiana che abilmente siamo riusciti a trasformare da tragedia nazionale
addirittura a genere cinematografico. Il primo episodio è ambientato a Napoli,
nella miseria culturale ed economica: l’attrice è nel suo habitat naturale e
fornisce una prova adeguata alle circostanze, per quanto abbastanza deprimente.
Mastorianni è chiamato ad un ruolo ingrato e giustamente la mette sulla farsa.
Per il secondo racconto filmato ci spostiamo a Milano, vista però in modo volutamente
molto superficiale, a testimoniare il fatto che, in Italia, anche laddove si sia riusciti
ad emergere dalla miseria economica, non si sono poi fatti i corrispettivi
progressi sul piano morale. e. La
Loren possiede l’attitudine a recitare il ruolo della donna
ricca, borghese ed annoiata, e se la cava egregiamente; Mastroianni rimane
nelle sue corde più tipiche, sebbene non abbia il tempo di dare spessore al suo
personaggio. La storia scivola via come una corsa in spider. Il terzo frammento è quello più interessante, ed è
ambientato a Roma.
Il motivo principale di interesse è la famosa scena dello
spogliarello di Sophia, la diva è in gran forma e lo spettacolo è certamente
inusuale in una commedia per tutti. L’attrice è nei panni di una prostituta di
lusso, e anche per questo ruolo ha sia il physique
du role che il temperamento; il buon
Marcello sfodera invece un’interpretazione caricaturale molto divertente. Nel suo
insieme l’episodio oltre ad essere piacevole, ha una sua dignità narrativa che
non fa troppo leva sulle disgrazie nazionali, anche se contribuisce a dare il
quadro complessivo del film che è, prevedibilmente, il classico esempio di
filosofia italica della via al meno
peggio.
Abbiamo detto di come i tre episodi possano essere letti in chiave
geografica, ma forse risultano più appropriati se li si interpretano in un
senso politico: l’episodio napoletano ci porta tra le miserie del quarto stato,
e quindi a sinistra. La borghesia e la destra sono rappresentate invece dalla
storia milanese: anche questo frammento, come
il precedente, lascia parecchio a desiderare da un punto di vista morale. Invece il terzo
episodio, quello romano, quello che miracolosamente unisce i valori religiosi (il
ragazzo ri-convinto al sacerdozio) a quelli affaristici
(Mara fà la professione), con la
prostituta che di fronte alla nonnina che piange si commuove, ecco, duole un
po’ dirlo, ma nel complesso funziona, (almeno più degli altri).
Insomma, un film davvero democristiano, in qualunque senso
si possa intendere.
Sophia Loren
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