217_MOLLY'S GAME. Stati Uniti, 2017; Regia di Aaron Sorkin.
Alla sua prima regia
cinematografica proprio con questo Molly’s Game, Aaron Sorkin è, al
contrario, già un affermato sceneggiatore: e sia l’attitudine alla parola che
all’intreccio è chiara sin da subito in questo suo lungometraggio
d’esordio. Molly’s Game parte infatti a cannone, proprio come la
sua indiavolata protagonista Molly Bloom, interpretata da una superba Jessica
Chastain, scende da quelle piste di sci free style che gli
saranno quasi fatali. Ed è una storia appassionante, avvincente, tutta fondata
sullo charme di Molly (nel film reso alla grande dalla
Chastain), sulla sua volontà di vincere, di primeggiare. E’ proprio una storia
del nuovo millennio: non è tanto importante cosa faccia, la nostra eroina,
quello che conta è essere al centro, essere seguita,
anche più di vincere,
forse anche più di fare soldi, ma se le cose coincidono, tanto meglio.
Perché
se nello sci Molly era un’atleta che si giocava l’accesso alle olimpiadi per rappresentare
gli Stati Uniti, e quindi era bravissima in prima persona, nella sua attività
successiva, il vero e proprio gioco di Molly, (quello a cui è
intitolato il film) è essere il riferimento e gestire attività altrui, nello
specifico incontri clandestini di poker. Queste partite, a cui Molly appunto
non partecipa, hanno la caratteristica di veder giocare cifre assolutamente
folli che solo gente molto facoltosa (star del cinema, dello sport, magnati e così
via) possono permettersi. Se detta così pare una vicenda poco credile, in
compenso è vera, essendo il film tratto dall’autobiografia della stessa Bloom e, dalle inchieste che si
interessarono al caso, si può scorrere l’elenco dei
giocatori del suo tavolo, tra cui
figurano i nomi di Leonardo Di Caprio, Matt Damon, Ben Affleck e molti altri.
Ma, al di là della curiosità per gli amanti del gossip, questi aspetti, seppur
veritieri o anche solo con un fondamento di attendibilità, interessano poco:
che chi abbia una montagna di soldi li spenda pure come vuole, beati loro che
hanno di questi problemi. La cosa interessante è che la protagonista di questa
storia intrigante è ancora un volta una donna, come capita di sovente nel
cinema negli ultimi tempi.
Un po' a sorpresa, quando
finalmente si arriva al finale di un film forse eccessivamente lungo, Molly,
che ben interpreta il rampantismo in chiave femminile, rivela una sua moralità,
un suo codice di onore che, senza scendere nel dettaglio etico, la pone su un
piano superiore rispetto alla media delle moderne eroine. E, ancora
più a sorpresa, ricompare sullo schermo il padre Larry, che ci regala un colpo
di scena che dona all'opera un senso più compiuto e, volendo, anche più
femminista del vago sapore respirato fin lì. Le carenze della moderna società,
ancora fondata sulla famiglia, sono nel film rese manifeste dalla incapacità di
realizzarsi di Molly, ad esempio rispetto ai fratelli: è una donna senza una
famiglia, senza un uomo, senza figli, senza un lavoro e senza una posizione
sociale. Il che, soprattutto per una donna, che rimane la componente fondamentale della
famiglia, suona molto fallimentare (e spero mi scuseranno quelle eventuali
femministe appena chiamate in causa).
Ma, e qui sta' il discorso interessante
di Molly's Game, la responsabilità dei fallimenti della donna ha origine nel rapporto col padre;
Larry, che è uno psicologo, è convinto che la figlia piccola lo abbia visto
tradire la madre e, di questo fatto, finirà per fare una colpa proprio alla
stessa Molly, negandole il sostegno paterno ma diventando piuttosto un
padre-padrone. Insomma, è quindi il rapporto padre-figlia il vero punto
cruciale della crisi della nostra società? Perché, in effetti, se all'uomo
mentire alla moglie per coprire le proprie debolezze viene naturale, nei
confronti delle figlie c'è forse più di uno scrupolo. E se oggi questo anello
debole dell'istituzione famigliare ha prodotto più che altro guasti
(una figura di donna competitiva, ma a discapito dei suoi valori intrinseci),
cominciare a rendersene conto, non può che fare bene,
Uomini, portate per le vostre
donne il rispetto che portereste a vostra figlia.
Hai detto niente.
Jessica Chastain
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