226_CONFESSIONE DI UN COMMISSARIO DI POLIZIA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA . Italia 1971; Regia di Damiano Damiani.
Episodio che può essere preso a manifesto per la corrente
italiana intrisa di impegno politico-civile nel poliziesco, Confessione di un Commissario di Polizia al
Procuratore della Repubblica è un film teso ed avvincente. Damiano Damiani
riesce a comporre il suo lungometraggio costruendo, da un lato, l’atto di
denuncia sociale, affiancandolo ad un canovaccio più prettamente narrativo. Non
a caso i protagonisti del film sono Franco Nero, nei panni del procuratore
Traini, e Martin Balsam, in quelli del commissario Bonavia: e il ricorso ad un
attore americano per il personaggio del poliziotto è funzionale allo scopo.
Perché Bonavia conduce nel film la trama di pura finzione, con il nostro
personaggio che prova a risolvere il problema sociale della mafia a colpi di pistola,
proprio come è consueto fare ad Hollywood. Ma non è certo quella una soluzione
per una questione tanto spinosa: in effetti Bonavia finirà ammazzato in carcere,
ironicamente, ma argutamente, mentre si proietta un divertente film ai
detenuti. Non è, insomma, nel cinema di puro svago, all’americana, la soluzione dei nostri problemi, sembra dirci Damiani. Del resto già il titolo del film è quanto di più
anticinematografico si possa trovare. Ma è però vero che l’imbeccata al procuratore la dà proprio il commissario: è
lui che riporta Traini con i piedi per terra, alle basi della giustizia, fate giustizia e la gente avrà fiducia.
E in quel fate giustizia si intende
incriminate e indagate chi merita di esserlo, fosse anche il Procuratore
Distrettuale in persona; come in effetti avviene alla fine del film.
E il non fare sconti in ossequio a nessuno è
la regola che si impara proprio dai film polizieschi americani, e questo quindi
Damiani lo riconosce, anche se poi imposta la soluzione del suo film sull’altro
versante, quello sociale più legato alla nostra realtà. Confessione di un Commissario di Polizia al Procuratore della
Repubblica è quindi superbamente bilanciato su questi due filoni, aiutato
anche dalle ottime prestazioni d’attore di Franco Nero, qui vera e propria star
di caratura internazionale, e di un intenso e credibile Martin Balsam, davvero
bravo. Ma tutto il cast si rivela all’altezza, come del resto lo stesso Damiani
che, alla regia, ci regala una Palermo credibile e perfetto set di ripresa per
il suo film.
Insomma, un pezzo di bravura collettiva.
Marilù Tolo
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