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martedì 22 febbraio 2022

IL TRADITORE DI FORTE ALAMO

976_IL TRADITORE DI FORTE ALAMO (The Man from The Alamo); Stati Uniti, 1953; regia di Budd Boetticher.

Il regista Budd Boetticher continua la sua personale ascesa all’interno del genere western e, dopo il precedente ed interessante Seminole, si prende la briga di affrontare un caposaldo nella storia degli Stati Uniti: Alamo. In realtà, la vicenda della caduta del baluardo texano Forte Alamo in mano messicana, con la morte di alcuni celebri personaggi, (Davy Crockett, James Bowie), viene scansata sia da Boetticher che dal protagonista della pellicola, John Stroud, interpretato dal formidabile Glenn Ford. Proprio l’aver evitato la morte eroica, fuggendo da Alamo per tempo, fa guadagnare a Stroud il titolo di traditore di forte Alamo, quando in realtà egli era un volontario, e se aveva lasciato il forte lo aveva fatto dopo un sorteggio che doveva designare colui che si sarebbe occupato delle indifese famiglie dei coloni della zona. Ma l’arrivo di Stroud non sarà per tempo, le fattorie finiscono bruciate e i coloni uccisi; oltretutto, tra i caduti figurano anche moglie e figlio dello stesso Stroud. Gli autori della carneficina sono gli uomini della banda di Jess Wade, una cricca composta da texani che sperano, così facendo visto il contemporaneo arrivo dei messicani, di appropriarsi di quei territori sottratti ai legittimi occupanti in modo sanguinario. Ovviamente agli occhi dei più, il comportamento di Stroud appare vile e quando viene riconosciuto per le vie del paese, la folla decide di linciarlo senza troppi complimenti. L’incombere delle truppe del generale messicano Santa Anna fa precipitare le cose, mettendo in fuga l’intera cittadina; Stroud viene liberato dagli uomini di Wade, insieme ad un membro della banda richiuso nella stessa cella, e così scampa alla forca. 

Da lì in poi riuscirà a vendicare la morte dei propri cari, riscattare il proprio onore agli occhi dei compatrioti, tra cui spicca la notevole Beth (una splendida Julie Adams), e salvare anche il convoglio dei profughi texani. Un ottimo film, coinvolgente e ricco di pathos per le accuse ingiustamente accollate al protagonista, diretto con mano classica da Boetticher che si conferma regista di indiscusso affidamento. Benissimo, come al solito, Glenn Ford, perfetto nel ruolo di eroe ingiustamente etichettato come vigliacco, ma anche interiormente combattuto per aver lasciato i compagni a morire ad Alamo. Il film si presenta come un classico western, per via dell’ambientazione nei magnifici scenari, con la musica adeguata e gli attori azzeccati: oltre al valente Glenn Ford e alla splendida Julie Adams, ci sono Chill Wills, perfetto nel ruolo di leader del paese, autorevole ma anche poco sveglio; Hugh O’Brien, tenente tutto d’un pezzo, ottuso, ma comunque leale; Victory Jory, un credibilissimo e infido Jess Wade. Si presenta come un classico western ma non lo è pienamente, come già intuibile dal soggetto, che evita la pista eroica della battaglia di Alamo per concentrarsi sui travagli individuali del protagonista. Insomma, non solo al cospetto del genere cinematografico classico per eccellenza, ma anche a quello di Sua Maestà la Storia, Budd Boetticher segue, come sempre, la sua strada.    






Julie Adams




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