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venerdì 8 ottobre 2021

THE EXPLOITS OF THE EMDEN

905_THE EXPLOITS OF THE EMDEN ; AustraliaGermania, 1928; Regia di Ken G. Hall e Louis Ralph.

Il successo di Unsere Emden in patria aveva stimolato la curiosità anche fuori dalla Germania e perfino in Inghilterra il pubblico gli dimostrò un riscontro favorevole. La cosa solleticò l’interesse di John C. Jones, un produttore australiano, visto che la storia dell’affondamento dell’Emden aveva un che di leggendario nel paese oceanico. Intendiamoci: nonostante l’impresa della HMSA Sidney fosse la prima vittoria della marina militare australiana, e nonostante ci fossero tutte le premesse per far diventare l’ultima battaglia della Emden una sorta di controluce della Campagna di Gallipoli, in realtà la vicenda non godeva di tutta questa popolarità nella terra dei canguri. Per la verità, se la paragoniamo alle battaglie sui Dardanelli, questo è probabilmente vero tutt’ora; eppure l’intuizione di Jones era corretta, quella della Emden poteva aiutare, anzi completare, il processo che Gallipoli aveva intrapreso, aiutando a creare una coscienza nazionale autonoma e australiana. Perché se in Turchia gli aussie si erano sacrificati, e il sacrificio è storicamente necessario almeno nei paesi di cultura occidentale, contro la Emden gli australiani avevano dimostrato di essere combattenti pari (in quel caso superiori, per la verità) ad un avversario come quello tedesco, riconosciuto universalmente di assoluto valore. 

Inoltre, l’ambientazione nell’Oceano Indiano rendeva la questione più australiana, rispetto agli scontri nel vecchio mondo, Turchia o Fronte Occidentale che fossero, alimentando quindi la sensazione di autonomia e indipendenza dalla madrepatria. Considerazioni forse possibili a bocce ferme e decine di anni dopo; perché sul momento non furono condivise né dallo stesso Jones, colui che aveva comprato Unsere Emden, né tantomeno da Ken G. Hall, il pubblicitario dello studio, allorché videro il film. Ai loro occhi, quello di Luis Ralph era un mero film di propaganda tedesca e l’acquisto rischiava di diventare una perdita secca di denaro. In realtà Unsere Emden non era poi questo testo fazioso, prova ne fu che furono lasciati molti spezzoni di filmato originale, seppur integrati con altri girati alla bisogna da Hall, che si era improvvisato regista. Allo studio decisero infatti di salvare il salvabile, inserendo nuovi segmenti filmati in modo da rendere più commerciabile il film anche in Australia. 

Il risultato al botteghino di Sidney, nel Prince Edward, il cinema più prestigioso, nelle tre settimane di programmazione fu sorprendente. In concreto, l’intervento di Hall si concentrò sul sostituire la nave tedesca che aveva interpretato la Sidney, con alcune sequenze del vero incrociatore australiano e lo stesso dicasi per l’equipaggio della nave. Le didascalie vennero modificate per orientare il nuovo punto di vista di The exploits of the Emden, questo il nuovo titolo, privilegiando la sponda australiana ma trattando il nemico tedesco con rispetto. In fondo, anche questo aspetto ci suggerisce che anche Jones e Hall, al di là delle dichiarazioni, avevano compreso il tono di valida considerazione che traspariva da Unsere Emden per la controparte. Insomma, più che una manovra commerciale, come sarebbe stato logico pensare visto lo scaltro saccheggio operato per imbastire il film, The exploits of the Emden fu il frutto, inconsapevole come lo è sempre il cinema in questo senso, di una volontà di autodeterminazione di un popolo. E, a questo punto, le perplessità artistiche (per via dell’utilizzo di tante immagini prese di peso da un altro film) passano in secondo piano. Del resto, visto il valore mostrato dagli australiani nella Grande Guerra e lo scarso riconoscimento tributatogli dalla madrepatria, non si può che condividere l’operazione, almeno nei suoi intendimenti. 


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