193_PASSAGGIO DI NOTTE (Night passage). Stati Uniti 1957; Regia di James Neilson.
Passaggio di notte pur essendo un buon western, non è certo tra le vette del genere; può però tornare più che altro un utile come
strumento di comparazione per comprendere l’importanza che un regista di classe possa avere nella completa
riuscita di un film. Night passage è infatti diretto da James Neilson, regista, più che altro televisivo, non certo
memorabile, al contrario del resto dello staff all’opera in questa produzione che
è sorprendentemente di notevole livello. Innanzitutto il sontuoso cast: l’attore principale è
James Stewart, in una parte per lui ormai quasi naturale; il suo principale partner, Audrey Murphy, è calato
anch’esso in un ruolo calzante, così come Dan Dureya, la bella Elaine Stewart,
e i caratteristi Jack Elam e Jay C. Flippen; e c’è perfino Brandon De Wilde,
ancora ragazzino, come visto nel precedente Shane
- Il cavaliere della valle solitaria. E poi ci sono i collaboratori
tecnici, dallo sceneggiatore Borden Chase (Il
fiume rosso, Winchester ‘73, Terra Lontana e La dove scende il fiume tra gli altri), al direttore della
fotografia William H. Daniels (tantissimi celebri titoli, tra cui Ninotchka e Mata Hari, ma anche western dai paesaggi spettacolari come i già
citati Winchester ‘73, e Terra Lontana) senza dimenticare le musiche (fondamentali nel western)
di Dimitri Tiomkin (anche per lui una lista impressionante tra cui ricordiamo Mezzogiorno di fuoco e Un dollaro d’onore).
E’ quindi strano
che un simile stuolo di fuoriclasse sia poi messo sotto la direzione di un onesto (e niente più) autore come James
Neilson: anche perché il risultato finale non è esaltante, proprio come fosse
mancato il detonatore per innescare il potenziale che la produzione aveva messo
a disposizione per questo Passaggio di
notte. Curioso che alla Universal abbiano sottovalutato questo aspetto;
forse è vero che Jimmy Stewart provò a convincere Anthony Mann a dirigere il
film, come citato anche nel Castoro dedicato a quest’ultimo. [Anthony Mann di Alberto Morsiani. Il
Castoro Cinema; La nuova Italia 1986].
In qual caso, un simile parterre du roi avrebbe avuto un senso
maggiore: da un lato sarebbe stato motivo di convincimento per il formidabile
regista (anche in considerazione delle precedenti felici collaborazioni con, Stewart,
Chase e Daniels) dall’altro sarebbe stato poi valorizzato dall’opera dello
stesso autore.
Perché in sostanza è questo che rimane maggiormente di Passaggio di notte, ovvero l’idea che si
tratti di un’occasione persa, oppure, cercando di coglierne almeno un aspetto positivo in senso lato, la conferma della suprema importanza della qualità autoriale del regista, senza la quale anche tutte le altre componenti ne escono svilite. Chissà, forse aveva ragione
Mann a ritenere concluso ed esaurito il suo rapporto con James Stewart e Borden
Chase ma, egoisticamente (parlando da spettatore) qualche rimpianto, vedendo Passaggio di notte, certamente rimane.
Elaine Stewart
Dianne Foster
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