1157_RIVALITA' EROICA (Today We Live). Stati Uniti 1933; Regia di Howard Hawks.
Le parole di Howard Hawks a proposito di Rivalità eroica, sua regia del 1933,
permettono di capire il perché della singolarità del film. Rivalità eroica è un film bellico ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, basato su un solido romanzo
di William Faulkner: una storia virile con alcuni spunti per approfondire dettagli
tecnici molto interessanti su aeroplani e scafi impiegati nel conflitto. Il
cinema d’avventura, in particolar modo quello bellico, era infatti l’ideale per
mostrare i prodigi che l’evoluzione tecnica sviluppava in modo esponenziale
durante gli anni di guerra. A detta di Hawks, la MGM, lo studio di produzione, improvvisamente
decise di inserire la diva Joan Crawford in un film del genere e la cosa, nonostante
si misero al lavoro alla sceneggiatura a quattro mani il regista e lo stesso
Faulkner, autore del racconto, ne risentì. Il vero risultato finale in verità
non è dato sapere, in quanto all’anteprima il film era lungo 135 minuti mentre
quello che venne distribuito nelle sale fu ridotto a 113: la trama risente dei
tagli tanto che si ha l’impressione evidente che ci siano dei salti
nell’intreccio della storia, cosa non certo abituale ad Hollywood. E non
mancano particolari secondari ma, ad esempio, passaggi della vicenda
sentimentale tra il personaggio della Crawford, Diana, e quello di Bogard,
interpretato dall’altra star della pellicola, Gary Cooper. Poi, per carità, sia
Hawks e Faulkner, come del resto gli interpreti, sanno fare egregiamente il
loro lavoro ma i travagli di lavorazione, con una storia già assemblata in modo
posticcio e poi ulteriormente rabberciata, qualche strascico lo hanno lasciato.
Fatto sta che il personaggio di Diana, che già si presenta con un improbabile
abito, soprattutto per l’epoca ma anche in generale, rimane un corpo estraneo
al film. Il che è un fatto bizzarro, essendo l’epicentro dei protagonisti della
storia. Oltre a Bogard, che funge da guastatore che giunge poi alla meta, ci
sono altri due uomini familiari alla
ragazza: il fratello Ronnie (Franchot Tone) e il fidanzato storico Claude (Robert Young). Pare che Tone e la Crawford stessero
flirtando, fuori dal set, e un po’ di quell’alchimia finisce in effetti sullo
schermo: il personaggio della diva si trova quindi davvero sempre oggetto del
desiderio, anche negli scambi affettuosi con quello che nella finzione filmica
è soltanto suo fratello. Un aspetto
sottolineato, in un certo senso, persino nei dialoghi del film, ennesima
riprova dell’acuta e spiritosa intelligenza di Hawks. Tuttavia tutta questa
tresca amorosa non scalfisce più di tanto gli effetti tecnici che l’opera aveva
in oggetto originariamente. Al di là di una solida storia di rivalità tra un aviatore
americano e due marinai inglesi, l’accento è anche sugli aspetti tecnologici
della vicenda. L’aereo impiegato nella missione è un bombardiere, probabilmente
un Handley Page O/400: alla guida c’è Bogard che invita a bordo Claude (un
marinaio!) per saggiarne la tempra. L’inglese sembrava in effetti un soggetto
un po’ superficiale ma alla mitragliatrice si darà un gran daffare nel dogfight che, dopo il bombardamento,
vede coinvolto il pesante aereo alleato attaccato furiosamente dai caccia tedeschi.
Bogard era stato però
scorretto nei confronti di Claude, avendolo invitato per metterlo in difficoltà
senza rivelargli il suo intento. Pronta la replica di Ronnie, che contro-invita
il pilota americano ad una missione a bordo del loro Torpedo; la manovra di siluramento di una nave da guerra tedesca
pare non sia riportata in modo troppo fedele ma è comunque assai efficace dal
punto di vista tecnico spettacolare. Insomma, in questi momenti ci si dimentica
completamente della posticcia vicenda sentimentale. Poi, il sacrificio eroico
di Claude e Ronnie, risolve addirittura la posizione scomoda in cui si era
ficcata Diana che, pur amando già Bogard, si era promessa in sposa al vecchio
fidanzato. I due inglesi si lanciano in una missione suicida per anticipare Bogard, che ne aveva
l’incarico, e lo fanno più in ossequio alla ragazza che per l’obiettivo
militare in sé. Claude è infatti rimasto cieco dall’ultima missione ma questo
mette Diana in obbligo morale nei suoi confronti, essendosi precedentemente
impegnata con lui, come detto pur se innamorata di Bogard. La situazione penosa
deriva infatti più che altro dall’ipocrita comportamento della ragazza. Per questo
motivo la missione suicida diviene una soluzione praticamente inevitabile.
Quasi a dire che le bizze di una bella donna siano uno sprone maggiore dell’amor
di patria.
Joan Crawford
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