948_ANGELICA E IL GRAN SULTANO (Angélique et le sultan); Francia, Germania, Italia, Tunisa, 1968; Regia di Bernard Borderie.
Quinto episodio della saga della bellissima nobildonna
francese, Angelica e il Gran Sultano,
prosegue nel viaggio verso sud delle avventure dell’eroina impersonata dalla
magnifica Michèle Mercier. La bellezza della Mercier rimane anche in questo
capitolo la componente più importante ed apprezzabile del film ma va detto che
anche Angelica, parlandone strettamente come personaggio, è assai carismatico.
Anche ne Angelica e il Gran Sultano appare perfettamente a suo agio,
come del resto nei precedenti, sebbene la trama le riservi qualche passaggio
davvero scomodo e doloroso. Se il recente L’indomabile
Angelica aveva visto la saga spostarsi dalla Francia al Mediterraneo, in
questo Angelica e il Gran Sultano si
arriva in Africa, e precisamente in Algeria. La componente sadomasochistica che
è sempre stata il filo rosso delle storie della bella marchesa, subisce ora la
connotazione intrinseca alla religione musulmana, che nel racconto ritiene la
schiavitù al signore di turno (in questo caso il Gran Sultano) una questione di
assoluta importanza e la propone quasi come un privilegio. Ovviamente Angelica
non si sottometterà né si concederà all’eminente signore, anche perché ormai è
consapevole che il marito Jeoffrey (Robert Hossein) è vivo ed è alla sua
disperata ricerca. Il fortunato che riuscirà finalmente a trovarla e a condurla
sulla propria nave, chiudendo con un lieto fine, certamente meritato, le
favolose gesta della più bella tra le eroine francesi viste al cinema. Non sono
certo capolavori, questi film di Borderie dedicati alla bella Angelica: ma, non
appena abbiamo finito di vederne uno, già ne abbiamo nostalgia.
Michèle Mercier
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