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martedì 30 novembre 2021

SQUADRA VOLANTE

934_SQUADRA VOLANTE ; Italia1974; Regia di Stelvio Massi. 

Per il suo primo film ad essere distribuito nelle sale, Stelvio Massi poté disporre di un cast di tutto rispetto: Tomas Milian è nei panni del protagonista, l’ispettore dell’Interpol Tomas Ravelli; Gastone Moschin in quelli del Marsigliese, un gangster italiano; Mario Carotenuto è il brigadiere Lavagni e Ray Lovelock è Rino, l’autista della banda di criminali. L’operazione di Massi è una specie di ricetta: prende il Milian nelle vesti di poliziotto visto in Banditi a Milano di Carlo Lizzani (sorta di progenitore del poliziesco all’italiana dei ’70), filtrato attraverso le ruspanti interpretazioni prevalentemente western fornite dall’attore cubano. Il risultato è un personaggio che, con le opportune variazioni, sarà uno dei cliché interpretativi di Milian, a partire da Il giustiziere sfida la città di Umberto Lenzi dell’anno successivo. Gastone Moschin è preso di peso da Milano calibro 9 di Fernando di Leo, sebbene il Marsigliese manchi del carisma indecifrabile di Ugo Piazza; e volendo dirla tutta, la pur bella Stefania Casini che lo affianca come fece allora Barbara Bouchet, nonostante la tinta platino e il vestito argento con le paillettes, non regge assolutamente il ricordo dell’attrice tedesco/americana. Carotenuto è la classica spalla umoristica che serve per allentare la tensione e Lovelock ha già nel curriculum un paio di poliziotteschi (il citato Banditi a Milano e Milano odia: la polizia non può sparare di Umberto Lenzi). Insomma, Massi si limita a mescolare ingredienti già noti nel genere cinematografico specifico, aggiungendo qualche nota saporita al punto giusto, ma senza esagerare con le innovazioni. 

Volendo, la figura del personaggio principale anticipa quella che diverrà celebre nella versione interpretata da Charles Bronson ne Il giustiziere della notte di Michael Winner: anche qui il protagonista insegue una vendetta personale in seguito all’uccisione della moglie e, se è vero che Ravelli è un poliziotto, (a differenza del giustiziere interpretato da Bronson) al momento decisivo il nostro getta il distintivo per poter fare giustizia da sé e senza alcun vincolo professionale. Finale quindi al cardiopalma, e ben girato da Massi, con il Marsigliese ucciso a sangue freddo nei pressi di una darsena sul Po; forse solo un po’ troppo prevedibile e privo di reali spunti interessanti oltre alla concitazione della scena. Certo, ci sarebbe da cogliere il messaggio violento della giustizia fai da te, in qualche caso, al contrario di quanto si può credere, negato con più fermezza in altri film del poliziesco all’italiana, ma possiamo considerarlo come una prova registica di finale drammatico: sebbene perfino l’ispettore Callaghan, a cui si può scorgere certamente qualche altro riferimento, aspettava la mossa di Scorpio prima di freddarlo. Per concludere c’è anche in Squadra volante la giusta attenzione all’ambientazione, tra le strade di Pavia dove sfrecciano le automobili durante i proverbiali e classici inseguimenti: da ricordare una Alfa Romeo 1750 Berlina, una Citroen DS 19, le Fiat 124 e Fiat 128, le immancabili Alfa Romeo Giulia Ti della Polizia, e una insolita Chrysler 180.  






Stefania Casini 


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