927_BRAVERY UNDER FIRE. Irlanda, 2018; Regia di Campbell Miller.
Docudrama che racconta la storia di padre Willie Doyle
SJ (Brian Milligan), religioso cattolico che si arruolò volontario nella 16°
divisione irlandese durante la Prima Guerra Mondiale, Bravery Under Fire
è, pur se non troppo accattivante da un punto di vista narrativo, un testo
molto interessante. L’opera di Campbell Miller, che alterna ricostruzioni
filmate ad interviste o immagini d’epoca, mette l’accento su aspetti che troppo
spesso, nella normale narrativa cinematografica, hanno uno spazio relativo.
Certo, il soldato sofferente e morente si è visto in centinaia di film bellici
e facilmente è inteso come simbolo di tutti i morti in guerra. Ma Bravery
Under Fire sottolinea come questo aspetto sia enormemente il più
importante, rispetto a qualunque altro argomento inerente alla guerra: di
fronte alla morte, all’atroce sofferenza deliberatamente inflitta in serie, con
una sorta di catena di montaggio che produce cadaveri e dolore, tutti gli altri
temi dovrebbero scomparire. Certo, ci sono le ragioni degli uni e degli altri
da analizzare, anche perché sono le cause (in effetti parola impropria,
in realtà sono solo pretesti) e quindi vanno comprese per poter evitare che si
ripresentino generando nuovi conflitti. Per far questo, a livello narrativo,
si derubrica la sofferenza e la morte seminate dalla guerra per poter
concentrarci su altri aspetti che sembrano più utili all’analisi. In realtà, e Bravery
Under Fire e l’opera di Padre Doyle sono lì a testimoniarlo, la sofferenza
che scaturisce da un conflitto è una tragedia superiore ad ogni altra cosa e
solo comprendendo questo si potrebbe sperare di non ricascarci ancora. Il tema
religioso, Padre Doyle era un gesuita, è anch’esso affrontato dal film con un
certo spessore, anche per via della contingente crisi del cattolicesimo in
Irlanda. Comprensibile, visto che è così un po’ in tutto il mondo per il
cristianesimo in generale e non solo per i cattolici: attenendoci allo
specifico, ovvero all’opera di Padre Doyle al fronte, c’è poco da dire se non
che molto spesso l’attività di quei preti e sacerdoti, che con fede e coraggio
si impegnarono in prima linea, nel corso della Storia è stata davvero
encomiabile. Scegliendo un po’ a caso tra i tanti impressionanti passaggi tra
la sofferenza dei feriti al fronte, si possono ricordare il soldato che stava
soffocando per via di quella maschera antigas che era anche quella che lo
teneva in vita o il soldato tedesco gravemente ferito che, una volta catturato,
chiede al sacerdote di scrivere alla sua famiglia. Il primo ci ricorda
l’assurdità della guerra, il secondo che condividiamo tutti le medesime
preoccupazioni.
Quando c'è una crisi di qualcosa, ne escono sempre ottimi spunti narrativi :-)
RispondiEliminaPoi giusto, se possibile, non legare troppo i preti alla tonaca che portano, mostrandoli nell'azione più che nell'atto di fare prediche... ci ho provato anch'io, con i preti dei miei fumetti... 🙂
Ho letto! Visto la sensibilità di molti, è un tema comunque delicato. Com'è che diceva il topic sul forum...? "una questione spinosa" :-)
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