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lunedì 8 novembre 2021

RIN TIN TIN

923_RIN TIN TIN (Finding Rin Tin Tin)Stati Uniti, Bulgaria, 2007; Regia di Danny Lerner.

Nella storia del cinema, Rin Tin Tin è stato una delle maggiori celebrità canine, insieme a Lassie, ma va specificato che nell’arco degli anni ad interpretarne il ruolo furono chiamati diversi soggetti, sebbene nei primi tempi di linea parentale. Al netto di queste precisazioni, il personaggio del pastore tedesco più celebre del grande schermo interpretò svariate avventure di fantasia, tuttavia esiste una curiosa storia sul capostipite di questa dinastia. Intanto va detto che Rin Tin Tin era il reale nome del cane che, trovato cucciolo in Francia, durante la Prima Guerra Mondiale, venne portato negli Stati Uniti dove, grazie ad alcune fortunate coincidenze, finì per diventare un attore di Hollywood. Il successo del simpatico cane durò dagli anni venti fin quasi agli anni settanta del secolo scorso, anche se alla televisione le repliche proseguirono ancora per qualche tempo. Ma, sostanzialmente, la stella di Rin Tin Tin finì poi per affievolirsi. Almeno fino al 2007, quando la storia vera del pastore tedesco servì da solido spunto per Rin Tin Tin, film per ragazzini che ci riporta a certe storiche produzioni Disney degli anni sessanta, per la regia di Danny Lerner. L’opera, per la verità, non è particolarmente degna di nota, anche se per passare una serata coi propri figli, ma solo se sono sotto i dieci anni, può svolgere dignitosamente il suo compito. Pur con le tantissime licenze poetiche, rispetto ai reali fatti a cui si ispira, l’aspetto più interessante della produzione è proprio la vicenda del cucciolo trovato durante la Grande Guerra dal soldato americano, Lee Duncan (nel film Tyler Jensen). Nella storia raccontata dal film, Rinty, questo il soprannome del cane, non viene portato subito in America ma rimane nel reparto di Duncan dove finisce per divenire l’esuberante mascotte. In coppia col piccolo Jaques (Ivan Rankov) si rende protagonista di una serie di gag slapstick ai danni di Johnson (Steven O’Donnell), il grosso e losco cuoco del presidio. Non si tratta certo di esempi di umorismo particolarmente memorabili ma sostanzialmente si sfrutta la comicità nel veder umanizzato il comportamento del cane o, in alternativa, si fa continuo ricorso alla deriva scatologica (che ricorda quella di molti spaghetti western), che ha sempre un effetto ilare sul pubblico infantile sebbene sia uno stratagemma davvero di grana grossa. Flatulenze varie a parte, memorabile la scena in cui Rinty fa la pipì dentro la tazzina dove Johnson beve il liquore con le prevedibili disgustose conseguenze. Insomma, si può tranquillamente sostenere che Rin Tin Tin sia un film del tutto superfluo, per le qualità intrinseca all’operazione, ma non se consideriamo il piacere di rivedere ancora scorrazzare per lo schermo il simpatico cagnolone. 




Michal Yannai

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