923_RIN TIN TIN (Finding Rin Tin Tin). Stati Uniti, Bulgaria, 2007; Regia di Danny Lerner.
Nella storia del cinema, Rin Tin Tin è stato una delle
maggiori celebrità canine, insieme a Lassie, ma va specificato che nell’arco
degli anni ad interpretarne il ruolo furono chiamati diversi soggetti, sebbene nei
primi tempi di linea parentale. Al netto di queste precisazioni, il personaggio
del pastore tedesco più celebre del grande schermo interpretò svariate
avventure di fantasia, tuttavia esiste una curiosa storia sul capostipite di
questa dinastia. Intanto va detto che Rin Tin Tin era il reale nome del
cane che, trovato cucciolo in Francia, durante la Prima Guerra Mondiale,
venne portato negli Stati Uniti dove, grazie ad alcune fortunate coincidenze,
finì per diventare un attore di Hollywood. Il successo del simpatico cane durò
dagli anni venti fin quasi agli anni settanta del secolo scorso, anche se alla
televisione le repliche proseguirono ancora per qualche tempo. Ma,
sostanzialmente, la stella di Rin Tin Tin finì poi per affievolirsi. Almeno
fino al 2007, quando la storia vera del pastore tedesco servì da solido spunto
per Rin Tin Tin, film per ragazzini che ci riporta a certe storiche
produzioni Disney degli anni sessanta, per la regia di Danny Lerner. L’opera,
per la verità, non è particolarmente degna di nota, anche se per passare una
serata coi propri figli, ma solo se sono sotto i dieci anni, può svolgere
dignitosamente il suo compito. Pur con le tantissime licenze poetiche, rispetto
ai reali fatti a cui si ispira, l’aspetto più interessante della produzione è
proprio la vicenda del cucciolo trovato durante la Grande Guerra dal
soldato americano, Lee Duncan (nel film Tyler Jensen). Nella storia raccontata
dal film, Rinty, questo il soprannome del cane, non viene portato subito in
America ma rimane nel reparto di Duncan dove finisce per divenire l’esuberante
mascotte. In coppia col piccolo Jaques (Ivan Rankov) si rende protagonista di
una serie di gag slapstick ai danni di Johnson (Steven O’Donnell), il grosso e
losco cuoco del presidio. Non si tratta certo di esempi di umorismo
particolarmente memorabili ma sostanzialmente si sfrutta la comicità nel veder
umanizzato il comportamento del cane o, in alternativa, si fa continuo ricorso
alla deriva scatologica (che ricorda quella di molti spaghetti western),
che ha sempre un effetto ilare sul pubblico infantile sebbene sia uno
stratagemma davvero di grana grossa. Flatulenze varie a parte, memorabile la
scena in cui Rinty fa la pipì dentro la tazzina dove Johnson beve il liquore
con le prevedibili disgustose conseguenze. Insomma, si può tranquillamente
sostenere che Rin Tin Tin sia un film del tutto superfluo, per le
qualità intrinseca all’operazione, ma non se consideriamo il piacere di
rivedere ancora scorrazzare per lo schermo il simpatico cagnolone.
Michal Yannai
sì, anche il commissario Rex ha avuto parecchi interpreti... 😃e del resto, non è facile accorgersene 😄
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