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mercoledì 3 febbraio 2021

THE SQUARE RING

741_THE SQUARE RING Regno Unito1953. Regia di Basil Dearden.

Interessante dramma a sfondo sportivo, The Square Ring è un film corale che si svolge interamente durante una riunione di pugilato all’Adams Stadium. Nonostante l’altisonante nome questa è una modesta arena, d’altronde al tempo l’Inghilterra era uscita da poco dalla Seconda Guerra Mondiale; tuttavia lo spettacolo non manca, nella serata sono in programma ben sei incontri. L’obiettivo della macchina da presa di Basil Dearden si concentra unicamente sui sei pugili gestiti da Danny Felton (Jack Warner), mentre gli avversari li vedremo solo sul quadrato. Felton è una sorta di riferimento, nella storia, non tanto per quello che combina, visto che si occupa solo di preparare gli atleti, rincuorali o accudirli, ma perché lo spogliatoio è l’ambientazione dove la vicenda si sofferma maggiormente e dove, comunque, fa sempre ritorno. Sorprendentemente, per essere un film sulla boxe, il ring, che dà anche il titolo alla pellicola, non è poi così al centro della scena. Il primo incontro, quello che vede il vecchio Withey Johnson (George Rose) sovvertire i pronostici e vincere, non è praticamente mai mostrato. Johnson si ritaglia comunque il suo spazio con una costante verve comica davvero incontenibile. Come detto il film è corale e il tempo è ripartito tra i vari personaggi e presto si passa al secondo incontro di serata che vede l’esordio tra i professionisti del giovane Eddie Loyd (Ronald Lewis). Eddie inizialmente è molto emozionato ma poi sembra cavarsela bene, almeno fino alla scorrettezza del suo avversario che, col guanto sporco di resina, finge un KO per raccogliere della sabbia dal tappeto del ring con cui riesce ad accecare il povero esordiente. 

Un trucco già noto ai più esperti ma fatto con malizia, l’arbitro infatti non se ne accorge, tanto che disgusta l’ingenuo Eddie; il quale se ne andrà dall’arena sconfitto e con l’intenzione di finir lì la sua brevissima carriera. Anche questo incontro è seguito pochissimo dalla macchina da presa; le priorità del regista Basil Dearden sono altre. C’è Rick Martell (Maxwell Reed), ottimo peso massimo, che è coinvolto con loschi individui che vogliono che vada al tappeto, per vincere forte alle scommesse. Frankie (una giovanissima Joan Collins), la sua fidanzata, è però entusiasta della sua prestanza e non vede l’ora di vederlo vincere. La Collins sarà anche giovane ma è già molto convincente e Rick si trova in un bel pasticcio, perché i suoi amici non intendono perdere il loro denaro. Mentre Bill Travers (Rowdie Rawlings) inganna l’attesa leggendo storie di sexy fantascienza e Happy Burns (Bill Owens) non fa che vantarsi del suo aspetto ancora immacolato, l’esperto John Kid Curtis (Robert Beatty) è in cerca di riscatto. Vuole tornare ai vertici ma vuole anche ricongiungersi con Peg (Bernadette O’Farrell), che l’ha lasciato perché non sopportava più di vederlo combattere sul ring. 


Intanto Travers ha vinto il suo incontro, in sostanza cinematograficamente fuori campo, e anche Martell, di cui assistiamo a qualche scambio, finisce per vincere, forse per sbaglio o forse per via dell’indecisione sul da farsi. A quel punto lui e Frankie devono filarsela e la ragazza rischia di prendersi una rasoiata; Burns ci sta mettendo troppo, nel suo match, ma quando l’avversario lo colpisce sul naso ancora intonso decide di chiuderla lì. Ha ben tre ragazze che lo aspettano e non può presentarsi col volto tumefatto. Come si vede, accanto a elementi drammatici, e alla generale disperazione in cui versavano i pugili dell’epoca, il tono è alleggerito costantemente. Quello ironico è un versante sorretto da molti personaggi della storia: come Johnson, che si lamenta per essere messo ad aprire la riunione come un novellino qualsiasi, o Burns che si vanta delle ripetute vittorie ottenute senza patire un graffio; poi c’è Travers con il suo romanzetto della Donna Uranio, e perfino il boss, Adams (Sid James), il classico intrallazzatore di periferia che, quasi per contrappasso, tra un incontro e l’altro si lamenta dal microfono del centro ring perché è stata fatta sparire la cassetta delle offerte in beneficienza. Alleggerimenti a parte, il tema portante della vicenda è drammatico e riguarda ovviamente Curtis che, non a caso, deve disputare l’incontro di cartello

Di lui Peg dice di non volerne più sapere ma lo ama ancora e, prima della fine dell’incontro, arriverà nell’arena. Dal canto suo, il pugile, sebbene sembri restìo a perderla, nemmeno vuole mollare la sua ultima chance di risalita col pugilato. E poi, prima del match, ha incontrato la bella Eve (Kay Kendall) sua vecchia conoscenza e ora sposata con Lou (Eddie Byrne) agente pugilistico dai buoni agganci. Tra ammiccamenti di Eve e sguardi in cagnesco di Lou, pensando a Peg che non cede, Curtis torna sul ring in un incontro non semplice con un avversario molto più giovane e determinato. Finalmente Dearden dedica un po’ di tempo anche alla boxe e vediamo Curtis prima in seria difficoltà ma poi far valere la sua esperienza. Mentre Danny parla con Peg e cerca di convincerla a dare un’ultima possibilità a Curtis, il pugile ottiene un certo vantaggio ai punti ma l’incontro è troppo lungo per le sue forze. Ora è di nuovo in difficoltà, va ancora ripetutamente al tappeto ed è ormai in balia dell’avversario. 


Eve e Lou, seduti in prima fila a bordo ring se ne vanno: lei palesemente delusa, lui quasi divertito. Poi, quando sembra arrivata pugilisticamente la sua ora, Curtis ha un sussulto è sfodera il colpo decisivo: ha vinto. Il che non sarebbe un andamento affatto strano, nei racconti di pugilato. Se non fosse che Peg, giunta nel frattempo, vedendolo perdere si stava rinfrancando, convinta che, con una sconfitta, avrebbe chiuso con la boxe. Del resto anche Danny, nel ridarle speranza, l’aveva detto: Curtis avrebbe perso e non sarebbe stato un male, ormai il suo tempo era finito. Invece Curtis aveva vinto e ora non avrebbe certo chiuso qui la sua carriera. Ma il vero colpo di scena è un altro. Il pugile, vista la durezza dell’incontro, spirerà sul lettino dello spogliatoio. In un certo senso Danny aveva previsto anche questo: Curtis era uno di quei disperati che nella vita non avevano avuto mai niente e che la boxe aveva reso ricchi e acclamati. Niente poteva far dimenticare questa sensazione, una sorta di riscatto sociale che era oltretutto nobilitato dall’essere guadagnato con sudore, fatica e sangue. Per quanto di nobile abbia in realtà davvero poco, la noble art, per questi soggetti diveniva la cosa più importante. E finiva per avere sempre l’ultima parola.  







Joan Collins





Kay Kendall




Bernardette O'Farrell


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