1177_THE FLYING FOOL . Stati Uniti 1929; Regia di Tay Garnett.
Quando, in The flying fool, Marie Prevost intona If i had my way (‘se avessi fatto a modo mio’), sembra quasi fare il consapevole punto della situazione sulla sua carriera, desolatamente avviata al tramonto. Ai tempi, l’attrice non aveva probabilmente del tutto superato i travagli della sua vita privata e la depressione stavolta la spinse a sfogarsi sul cibo (in precedenza si era rifugiata nel consumo smodato di alcool), con un nuovo conseguente aumento di peso. Ormai la siluette della Prevost era bel lontana da quella che aveva oltre dieci anni prima, quando faceva parte delle Sennet Bathing Beauties, bellezze al bagno scelte evidentemente in virtù di una spiccata avvenenza fisica. Tuttavia, seppur il declino della diva viene fatto coincidere con il 1928 (con il film The racket, regia di Lewis Milestone, ultimo suo ruolo da protagonista), per The flying fool Marie riuscì a fornire ancora una prestazione accettabile che, tutto sommato, è una delle note più interessanti del film. Il lungometraggio di Tay Garnett, effettivamente, ogni tanto lascia perlomeno perplessi ma è evidente che con il sonoro regista e addetti ai lavori non fossero del tutto a proprio agio. Le scene di acrobazia aerea, si comincia con una battaglia durante la Prima Guerra Mondiale, sono tra le migliori, pur non facendo certo scuola in materia. William Boyd è Bill Taylor, l’asso dei cieli che, una volta finita la guerra, cerca di proteggere il fratello Jimmy (Russell Gleason) dalle grinfie di Pat (Marie Prevost), ragazza su cui nutre qualche perplessità. Per far questo decide di frequentare la giovane soubrette, per stabilire se sia un tipo raccomandabile, finendo ovviamente per innamorarsene. C’è una vena comica già nelle premesse di questa storia d’amore ma l’ironia ha anche una sua specifica traccia, con la rivalità tra Bill e Tom (Tom O’Brien), compagni di squadriglia sia in guerra che nella successiva attività acrobatica aerea. I cazzotti che si scambiano puntualmente dopo ogni volo scandiscono il racconto filmico regalando un po’ di buonumore che certo non guasta. L’ironia è presente anche nel primo incontro tra Pat, che sta esibendosi nella citata canzone tema del film, If i had my way, e Bill che, in qualità di avventore, si unisce al canto indispettendo notevolmente la cantante. Questi intermezzi umoristici non sono poi di gran livello, va riconosciuto, ma consentono alla vicenda di andare in porto meno faticosamente di quanto potrebbe essere prevedibile visto lo scarso fascino generale dell’operazione. In definitiva l’unica che mostra una verve sopra la media è Marie, soprattutto nell’esecuzione canora: tutto sommato in The flying fool aveva ancora qualche riflesso della star che era stata.
Marie Prevost
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