332_DICK TRACY .Stati Uniti, 1990. Regia di Warren Beatty.
Dick Tracy,
interpretato e diretto da Warren Baetty, è un film tratto dal famoso fumetto
omonimo di Chester Gould: questo è un elemento di sicuro merito, sia infatti
lode ai comics, e il fatto di
rispolverare un eroe tanto datato (il cui esordio su carta risale agli anni
’30) è un’altra menzione d’onore. Sotto questo aspetto va quindi riconosciuto
coraggio a Beatty e ai produttori di Dick
Tracy: poi, nella realizzazione della pellicola, non tutto fila liscio, ma
era in effetti un’operazione difficile, perché il rischio di aggiornare l’eroe
era anche quello di snaturarlo. Beatty sceglie quindi la via dell’omaggio
rispettoso, e se la gioca sul divertimento quasi carnevalesco del cast
nell’interpretare personaggi caratterizzati in modo tanto eccessivo, com’era (e
com’è) spesso d’uso nei comics. Per
fare questo, il film sceglie un’impostazione debitrice ai recenti Batman di Tim Burton e Chi ha incastrato Roger Rabbit? di
Robert Zemeckis: mancano i personaggi animati presenti nel secondo, ma tutta la
fotografia, le scenografie, i fondali, i costumi e il trucco degli attori sono
tesi a ricreare nella realtà (cinematografica) il mondo artificiale dei
fumetti. L’uso di colori primari per vestiti e accessori è certamente l’effetto
più vistoso e appariscente, ed è un aspetto curioso perché per un film su Dick
Tracy si poteva anche optare per un bel bianco e nero d’atmosfera molto adatto
al genere poliziesco delle storie. Questione di scelte, e Beatty opta per un
film coloratissimo con il quale cerca di mettere le cose subito in chiaro:
l’opera è un esplicito tributo ad una vecchia gloria dei comics, e come tale va intesa. La sfilza di attori di grande
prestigio coinvolta, è impressionante: Al Pacino, Dustin Hoffman, Charles
Durning, Paul Sorvino, James Caan, e altri ancora; il punto è che, a parte il
primo che è il cattivo principale, sono tutti personaggi di contorno.
Perché i
protagonisti, funzionano assai meno: così così Warren Beatty, che ci lascia un
Dick Tracy un po’ insipido; ma peggio di lui fanno il moccioso Charlie Korsmo
(il ragazzo o Dick Tracy Jr.) e la smunta Glenne Headly (Tess Cuorsincero). Ma
la vera scommessa persa di Dick Tracy
è quella che doveva essere la sua carta vincente: Madonna. Miss Madonna Luise
Veronica Ciccone non è assolutamente credibile nei panni di Mozzafiato Mahoney: nonostante i
vestiti, il trucco, le pose, Madonna non ha charme
classico, non ha stile, almeno non
quello. La Ciccone
funziona come icona pop per il suo
essere volgare in modo così sfacciato da assumere, in un certo ambito, un suo
particolare fascino, certamente più contemporaneo e, nel suo contesto, anche
abitualmente più apprezzato.
Insomma, una debacle
che rischia di far affondare tutta la produzione.
Cioè, soprattutto dopo Jessica Rabbit, bisogna andarci cauti
a giocare alla dark lady.
Glenne Headly
Madonna
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