238_LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO (Sleeping Beauty). Stati Uniti 1959; Regia di Clyde Geronimi, Eric Larson, Wolfgang Reitherman e Les Clark.
Assoluto capolavoro della Storia del Cinema, La bella addormentata nel bosco prodotto dalla Walt Disney è il film d’animazione più maestoso di tutti i tempi. Un tempo sottovalutato per la semplicità della trama, non ne è però in realtà limitato: certo, si tratta della trasposizione di una fiaba con un prevedibile e immancabile lieto fine, e quindi non è nello sviluppo dell’intreccio narrativo o nell’approfondimento delle personalità dei personaggi che troveremo il piatto forte del film. Al contrario, la sublime stilizzazione grafica delle figure degli interpreti, messa in risalto per contrasto con i maglifici scenari dipinti (Eyvind Earle), permette all’opera una familiarità con il linguaggio visivo infantile (principale pubblico di riferimento) soddisfacendo però anche il più raffinato gusto degli adulti (che prevedibilmente accompagnavano i figli al cinema). Oltretutto questo perfetto connubio era contemporaneamente frutto di un altro innesto, fortemente voluto da Disney: se gli sfondi pittorici rimandavano ai maestri del Rinascimento, lo stile delle figure richiamava quello spigoloso dell’epoca medioevale, nella quale era anche ambientata la vicenda. Rispetto alla classica linea tondeggiante tipicamente disneyana, La bella addormentata nel bosco introduceva quindi una scelta grafica nuova, più stilizzata che, seppur aggiornata ulteriormente per via delle diverse ambientazioni, resterà anche nei successivi lungometraggi dello studio.Non inganni il ritmo narrativo apparentemente lento (accusa spesso rivolta al film, in passato), perché la narrazione, al contrario, è perfettamente a tempo, e concede, all’estasiato spettatore, di gustarsi in modo adeguato gli spettacolari fotogrammi realizzati (per l’ultima volta in Disney) illustrando i Rodovetri a mano, con un risultato su pellicola a
La presenza di Malefica già nella prima parte è inquietante ma, ovviamente, il punto di svolta è all’approssimarsi del finale; il momento clou, agghiacciante, arriva quando il principe si reca alla capanna nel bosco. Lui è convinto di trovarvi Rosaspina, noi sappiamo che la bellissima fanciulla non c’è già più, condotta al castello dalle tre fate: quando al bussare del principe una voce (nella versione italiana quella di Tina Lattanzi) lo invita ad entrare, ci si gela il sangue nelle vene. Si tratta di un passaggio esemplare del valore di La bella addormentata nel bosco: non c’è niente di particolarmente originale, così come la battaglia che ne segue è entusiasmante ma rispetta un classico della tradizione, ovvero la lotta tra il principe e il drago, e così come anche la storia d’amore tra i due giovani protagonisti. Qui è la forma a farsi contenuto, e la superba bellezza delle immagini di La bella addormentata nel bosco ci regala una storia perfetta, una storia magnifica e semplice.
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