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lunedì 2 ottobre 2023

THE LUCK OF A SAILOR

1367_THE LUCK OF A SAILOR . Regno Unito, 1934; Regia di Robert Milton.

Evidentemente soddisfatti del risultato di Freedom of the Seas (lungometraggio di Marcel Varnel) alla British International Pictures decisero di mettere in cantiere un’altra commedia di ambientazione marittima in quello stesso 1934. La regia affidata a Robert Milton si basava anche stavolta su un lavoro teatrale che, come nel precedente caso, era poi ben visibile nelle ambientazioni delle scene girate quasi sempre in spazi chiusi. The Luck of a sailor era però un progetto più ambizioso: il tono ironico della commedia era certo ancora ben presente ma la traccia sentimentale prendeva decisamente il sopravvento. L’ingaggio di star dell’epoca come Greta Nissen (è la regina Helen) e David Manner (Colin) certificano le ambizioni del progetto: la Nissen era stata già attrice con registi del calibro di Raoul Walsh e Howard Hawks (che la definì una ragazza bellissima, del resto era già stata un’affermata ballerina) mentre Manners poteva vantare un curriculum hollywoodiano di tutto rispetto (Dracula di Tod Browing, La Mummia di Karl Freund, Bacio Mortale di Edwin L. Marin, The Black Cat di Edgar G. Ulmer ma anche La Donna del Miracolo di Frank Capra o Febbre di vivere di George Cukor). La storia d’amore che si sviluppa tra i due, con il capitano Colin che ospita sulla sua nave da guerra la regina Helen e il suo consorte, il re Karl (Hugh Wakefield), richiamato in patria dall’esilio, non è niente di che: in sostanza la regina si innamora del bel capitano e, grazie ad una serie di ironici incastri narrativi, riuscirà a coronare i suoi desideri. Ma non si tratta certo di un canovaccio imprescindibile e la funzionalità dell’opera è lasciata sostanzialmente al fascino elegante che due interpreti di classe come la Nissen e Manner sprigionano. A dar loro manforte, su questa sponda glamour del lungometraggio, è chiamata anche Camilla Horn (Louise), altra attrice di discreto rango e grondante tipica sensualità dell’epoca. In realtà il suo personaggio è chiamato a fare da collante con l’altro versante del racconto, quello velatamente più umoristico di cui l’interprete cardine è Clifford Mollison (Shorty). Mollison, come del resto H.F. Maltby (l’ammiraglio), certifica il collegamento con il precedente citato Freedom of the Seas, che lo studio britannico cercava di migliorare con The Luck of a sailor. In effetti la trama di quest’ultimo è più elaborata, con il passaggio iniziale nel fittizio regno centroeuropeo ad inquadrare subito la storia su binari di commedia non solo divertente ma anche divertita. La verve dei tipici dialoghi della commedia dell’epoca regge ma, in definitiva, la nota più caratteristica del film risiede nel fascino dei suoi interpreti principali che ben incarna lo spirito del tempo in cui si cercava di far coesistere una certa idea sofisticata dell’amore (i protagonisti bellissimi) pur in contesti tanto tribolati (la nave da guerra). 




 Greta Nissen 





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