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venerdì 20 ottobre 2023

L'URLO DEI SIOUX

1378_L'URLO DEI SIOUX (Buffalo Bill in Tomahawk Terirtory). Stati Uniti 1952; Regia di Bernard B. Ray.

B-movie del 1952 che dai fotogrammi sembra avere almeno vent’anni di più, L’urlo dei Sioux riesce, nello stesso tempo, a sorprendere per alcuni aspetti quasi in anticipo sui tempi. Il film non è un testo particolarmente rilevante, in assoluto, sebbene assolva con successo al suo obiettivo di intrattenere lo spettatore per l’ora abbondante della sua durata. Il protagonista è Clayton Moore che, in quegli anni, abitualmente, interpretava Lone Ranger nella serie televisiva degli anni Cinquanta. Qui Clayton è nei panni di Buffalo Bill e, per la verità, fatte salve alcune modifiche nell’abbigliamento e nell’aspetto – capelli lunghi e pizzetto in luogo della maschera, frange aggiunte alla camicia – il piglio è sostanzialmente lo stesso dei telefilm. Al suo fianco, anziché il taciturno Tonto, troviamo Cactus, interpretato da Slim Andrew che pare la controfigura di Walter Brennan. In ogni caso, Chief Thundercloud, che era stato Tonto nel serial cinematografico degli anni Trenta, viene reclutato per dare man forte ai ranghi dei Sioux, confermando una sorta di legame tra L’urlo dei Sioux con la saga del cavaliere mascherato. Chief Thundercloud era un nativo, così come Chief Yowlachie, qui credibilissimo nel ruolo di Nuovo Bianca, il capo dei Sioux. Questo aspetto nel casting per i pellerossa, unitamente ad una trama che mette in chiaro in modo assai esplicito le ragioni dei nativi americani, testimonia l’attenzione alla Questione Indiana del film. C’è però ancora da citare, tra gli attori arruolati nella tribù al centro del racconto, Rodd Rewing, che interpreta Cervo Nero, il figlio bellicoso di Nuvola Bianca, in combutta coi cattivi. È curioso che l’indiano cattivo del film venga interpretato da un cosiddetto Pretendian – una parola che univa efficacemente i termini pretend [fare finta] e indian – essendo in realtà Rewing un afroamericano che si spacciò a lungo come nativo. Il tema del travestimento, volendo palese anche nel protagonista, è l’argomento principale del film, e questo ci mette in guardia, in sostanza, dal valutare le cose con pregiudizio. Infatti, i bianchi al soldo di Blake (Eddie Phillips), un criminale che è disposto a scatenare la guerra pur di mettere le mani sull’oro dei territori indiani, compiono le loro scorrerie mascherati da Sioux. Dal canto loro i soldati del tenente Bryan (Charles Harvey), si camuffano da donne per tendere una trappola agli scorridori. E, anche questo passaggio, sembra avere un significato ulteriore, seppure di marca ironica: i soldati vestiti da donne sono inguardabili, ma perlomeno provano a mettere un po’ di quantità laddove manchi la qualità, visto lo scarso fascino delle ragazze presenti nel film. Janet (Sharon Dexter), la fidanzata del tenente, fa la preziosa ma è davvero scialba; a quel punto, quasi meglio la corpulenta Maria, la cuoca indiana (Helena Dare), che flirta con Cactus e, con una metafora involontaria, ribadisce che, nel film, a proposito di donne, si punti sulla quantità. Ma non sarebbe giusto chiudere così a proposito di un film tutto sommato carino e, allora, meglio ricordare i passaggi musicali, con alcune interpretazioni di canzoni popolari davvero apprezzabili.  


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