1251_IL MARITO GELOSO . Italia, 1965; Regia di Edmo Fenoglio.
A metà degli anni Sessanta, lo scrittore russo Fëdor
Dostoevskij si era già dimostrato particolarmente adatto a fornire spunti per
gli autori Rai che, attraverso i gloriosi sceneggiati, cercavano di diffondere
la cultura letteraria in Italia grazie alla televisione. Fin lì erano stati
adattati i romanzi più celebri, e in seguito altri ne sarebbero stati ridotti
sullo schermo, ma dopo Umiliati e offesi, L’idiota e Delitto
e castigo, nel 1965 gli autori della televisione italiana misero in
cantiere un paio di opere meno note del letterato russo. Alla regia di Edmo
Fenoglio vennero affidati Il giocatore, tramesso a febbraio e Il
marito geloso a giugno. Con Il marito geloso conosciamo meglio un
aspetto che di Dostoevskij abitualmente è meno considerato, quello umoristico.
Lo sceneggiato Rai è tratto dall’unione di due racconti in origine distinti e
solo in seguito pubblicati accorpati; tutto sommato questa divisione è ancora perfettamente
leggibile nella trasposizione televisiva. La prima parte, che si intitolava La
moglie di un altro (una scena di strada) fa ironicamente riferimento alle
parole del protagonista, Ivan Andreic (Tino Carraro, teatrale ma ben calato
nella parte), che si spaccia per un amico di un marito geloso in cerca della
moglie fedifraga. Ovviamente è lui, il marito geloso, che anche
comprensibilmente si vergogna della situazione; la cosa non sfugge al
puntiglioso Tvogorov (Warner Bentivegna, stessa teatralità di Carraro,
altrettanta adeguatezza). Questi è l’amante della stessa donna che è moglie di
Andreic: la beffa è che Glafira (Carla Gravina freschissima e stuzzicante), la
dama in questione, li sta tradendo entrambi! La scena è ovviamente comica già
di suo, con amante e marito che si incontrano fuori dalla casa dove la donna
desiderata si intrattiene con un terzo esponente del sesso forte. Con un
soggetto ricco di dialoghi e già teatrale di suo, rispetto ad altri testi di Dostoevskij,
le interpretazioni degli attori vanno sul velluto mantenendo vivo il lieve
umorismo che intinge gli scambi di battute per tutta questa prima parte.
Successivamente, Ivan Andreic è depistato dalla moglie e finisce
nell’appartamento sbagliato dove, ironia della sorte, sta effettivamente
avvenendo un tradimento. Il racconto si intitolava Il marito sotto il letto
(un’avventura fuori dall’ordinario) e, in effetti, il povero Andreic, al
sopraggiungere del legittimo marito di casa, è costretto a rifugiarsi sotto il
letto matrimoniale in compagnia dell’amante di quest’altro triangolo amoroso. Dostoevskij,
che in altre occasioni aveva descritto la profondità dell’amore, qui mette in
scena gli aspetti ridicoli della gelosia, che del sentimento nobile può essere
considerato solo un effetto indesiderato del tutto superfluo. Oltre che poco
lusinghiero per chi ne diventa schiavo. Al solito gradevole la trasposizione
Rai dell’epoca.
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